Mai cercare soldi, vanità o potere. Sono altre le ricchezze che rendono “luminoso” il cuore umano, a partire dall’adorazione di Dio e dall’amore per il prossimo. Lo ha detto stamattina papa Francesco, durante l’omelia alla Casa Santa Marta, commentando il Vangelo del giorno (Mt 6,19-23).
“Non accumulate, per voi, tesori sulla terra”: questo di Gesù è un “consiglio di prudenza”, ha commentato il Papa. I beni terreni infatti, “non sono sicuri”, essendo soggetti all’usura e al furto.
In primo luogo il Signore si sofferma sulle “ricchezze”, definite dal Santo Padre un “tesoro pericoloso”, in quanto, ad esempio, un domani “crolla la borsa e tu rimani senza niente”.
Beninteso: la ricchezza può essere utile a “tante cose buone”, come, ad esempio, “portare avanti la famiglia”. L’errore è nell’accumularle “come un tesoro”: in quel caso “ti rubano l’anima”, ha ammonito il Pontefice.
L’altra ricchezza caduca è la “vanità”, ovvero il “prestigio”, il desiderio di voler essere sempre notati; è un atteggiamento che Gesù “condanna”, come dimostrano le sue parole rivolte ai “dottori della legge” che pregano, digiunano e fanno l’elemosina sempre per “farsi vedere”.
Anche la vanità, tuttavia, “non serve, finisce”, ha detto il Papa, citando poi San Bernardo di Chiaravalle: “La tua bellezza finirà per essere pasto dei vermi”.
C’è infine “il potere” che il Santo Padre ha esemplificato con la regina Atalia, protagonista della Prima Lettura (Re 11,1-4.9-18.20a.): “Il suo grande potere durò sette anni, poi è stata uccisa. Il potere finisce!”, ha osservato, sottolineando anche il destino crudele di tanti “grandi, orgogliosi, uomini e donne di potere”, finiti poi “nell’anonimato, nella miseria o in prigione”.
Se il nostro tesoro è nelle “ricchezze”, nella “vanità” o nel “potere”, il nostro cuore sarà a loro “incatenato”. Gesù, al contrario, vuole per noi un “cuore libero”, che diventa tale “soltanto con i tesori del cielo: l’amore, la pazienza, il servizio agli altri, l’adorazione a Dio”: queste ultime sono le uniche ricchezze che “non vengono rubate” e “non appesantiscono il cuore”.
Un cuore schiavo, ha proseguito il Papa, “non sarà un cuore luminoso” ma “tenebroso”, senza né “gioia”, né “libertà”. Un cuore luminoso e libero, al contrario, “invecchia bene come il buon vino”, ha quindi concluso papa Francesco.