I crocifissi sull'altare

Sono molteplici le occasioni contemplate dai documenti ufficiali

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In quattro occasioni l’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) fa riferimento al crocifisso collocato sull’altare. Questo vale adesso per tutti gli altari ovunque? Inoltre, negli Stati Uniti, è consentito ai celebranti di utilizzare le letture della Revised Standard Version, edizione cattolica, invece del lezionario New American Bible, che alcuni ritengono una traduzione meno letteraria? — J.M., Kansas City, Missouri (USA)

Questa è la domanda alla quale risponde oggi padre Edward McNamara nella sua consueta rubrica di liturgia.

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Suppongo che il nostro lettore si riferisca ai seguenti quattro testi dell’OGMR.

117. L’altare sia ricoperto da almeno una tovaglia bianca. In ogni celebrazione sull’altare, o accanto ad esso, si pongano almeno due candelabri con i ceri accesi, o anche quattro o seispecialmente se si tratta della Messa domenicale o festiva di precetto; se celebra il Vescovo della diocesi, si usino sette candelabri. Inoltre, sull’altare, o vicino ad esso, si collochi la croce con l’immagine di Cristo crocifisso. I candelabri e la croce con l’immagine di Cristo crocifisso si possono portare nella processione di ingresso. Sopra l’altare si può collocare l’Evangeliario, distinto dal libro delle altre letture, a meno che non venga portato nella processione d’ingresso”.

“122. Arrivati all’altare, il sacerdote e i ministri fanno un inchino profondo.

La croce con l’immagine di Cristo crocifisso se portata in processione viene collocata presso l’altare perché sia la croce dell’altare, che deve essere una soltanto, altrimenti si metta in disparte in un luogo degno. I candelabri invece si mettano sull’altare o accanto ad esso; è bene che l’Evangeliario sia collocato sull’altare”.

“188.Nella processione all’altare, l’accolito può portare la croce, affiancato da due ministri con i ceri accesi. Giunto all’altare, colloca la croce presso l’altareaffinché sia la croce dell’altare, altrimenti la ripone in un luogo degno. Quindi va al suo posto in presbiterio”.

“350.Inoltre si deve avere ogni cura per le cose che sono direttamente collegate con l’altare e la celebrazione eucaristica, come la croce dell’altare e quella processionale”.

Conviene notare che il testo in realtà non usa il termine “crocifisso”, anche se questo è chiaramente il caso nei n° 117 e 122.

Il documento permette inoltre che la croce venga collocata sia sopra sia vicino all’altare. Non c’è alcun obbligo di posizionarla direttamente sull’altare stesso.

Questo emerge del resto anche dal documento dei vescovi statunitensi Built of Living Stones quando parla degli arredi sacri:

“La croce § 91. La croce con l’immagine di Cristo crocifisso è un ricordo del mistero pasquale di Cristo. Essa ci fa addentrare nel mistero della sofferenza e rende tangibile la nostra fede che la nostra sofferenza, quando è unita alla passione e morte di Cristo porta alla redenzione. Ci dovrebbe essere un crocefisso ‘posizionato sopra l’altare o accanto ad esso, e […] ben visibile alla gente ivi adunata.’ Dal momento che un crocifisso collocato  sull’altare e abbastanza grande per essere visto dall’assemblea potrebbe anche ostacolare la vista dell’azione che si svolge sull’altare, altre alternative possono essere più appropriate. Il crocifisso può essere appeso sopra l’altare o fissato alla parete del presbiterio. Una croce processionale sufficientemente grande, collocata in un supporto visibile ai fedeli dopo la processione d’ingresso, è un’altra opzione. Se la croce processionale viene usata per questo scopo, allora le dimensioni e il peso della croce non devono precludere che venga portata in processione. Se c’è già una croce nel presbiterio, la croce processionale viene posizionata fuori dalla vista dell’assemblea dopo la processione”.

Pertanto, ci sono diverse opzioni valide rispetto alla collocazione della croce dell’altare, e la normativa attuale non esprime preferenza.

È ben noto che ancora prima di diventare Papa, Benedetto XVI ha sostenuto l’uso di un crocifisso di dimensione considerevole sull’altare come un mezzo per fissare quello che lui  chiamò un est liturgico o un mezzo focalizzare l’attenzione del sacerdote e dei fedeli sul mistero centrale della redenzione reso presente durante la Messa e simboleggiato dal crocifisso.

Durante il suo pontificato la presenza di tale crocifisso sull’altare è diventata abitudine durante le Messe papali e questa pratica è stata mantenuta finora da papa Francesco.

In questo modo, i Pontefici insegnano con l’esempio e la buona prassi liturgica. Tuttavia, finora nessun decreto o altro documento ufficiale è stato promulgato istituendo un cambiamento nella legislazione. Pertanto, le norme dell’OGMR conservano tutta la loro validità e forza giuridica.

Non legiferare può essere stata una scelta deliberata da parte dei pontefici in modo da non chiudere un dibattito ancora aperto per quanto riguarda la pratica migliore in questo campo e lasciare spazio alla flessibilità per affrontare le diverse situazioni pastorali.

Per quanto riguarda la seconda domanda: i sacerdoti devono seguire i testi liturgici approvati dalla Conferenza episcopale di ciascun Paese. Non possono usare testi approvati da altre conferenze episcopali. Un’eccezione potrebbe essere una Messa in inglese in Paesi con altre lingue. In questo caso può essere usato qualsiasi testo inglese approvato.

[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono. 

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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