Mancano ormai poche ore all’arrivo di Papa Francesco in Calabria, nella diocesi di Cassano all’Jonio. L’elicottero con a bordo il Pontefice atterrerà, alla 9, nel piazzale del carcere di Castrovillari. Subito dopo farà visita ai detenuti, al personale penitenziario e alle loro famiglie. Ad attenderlo ci sarà monsignor Nunzio Galantino, vescovo della diocesi di Cassano e Segretario generale della Conferenza Episcopale italiana.
Dopo la visita al carcere, insieme al vescovo Galantino, sempre in elicottero, raggiungerà, alle ore 11, lo stadio comunale di Cassano allo Jonio. Dopo una breve cerimonia di accoglienza, Papa Francesco farà visita, alle ore 11.15, all’Hospice “San Giuseppe Moscati”. Per le 12, dopo aver attraversato in auto via Salvo D’Acquisto, via Giovanni Amendola e corso Garibaldi, è previsto, in Cattedrale, un incontro riservato con il clero diocesano.
Alle ore 13 Papa Francesco sarà al seminario diocesano “Giovanni Paolo I”, dove offrirà il pranzo ai poveri della Caritas diocesana e ai giovani della comunità terapeutica “Saman”.
Nel pomeriggio, alle 14.30, visiterà gli anziani ospiti dell’istituto “Casa Serena”. Poi, sempre in auto, ripartirà verso Sibari per la Santa Messa che sarà celebrata, alle 16.30, nell’area ex Insud.
Prima dell’inizio della celebrazione eucaristica il Santo Padre effettuerà un passaggio tra i vari settori “per stringere in un unico, affettuoso abbraccio le decine di migliaia di fedeli presenti all’evento”. Al termine della Messa, alle 18, Papa Bergoglio ripartirà per Roma, con l’elicottero che decollerà dalla piazzola attrezzata alle spalle del palco.
“Il Papa – ha detto il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Nunzio Galantino, lo scorso 29 marzo, nell’annunciare la visita di Bergoglio – verrà per incontrare la comunità di credenti che testimonia il Signore risorto nel territorio della nostra diocesi. Accanto alle motivazioni immediate che hanno provocato questa visita, la presenza del Santo Padre è un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio – il nostro – che sente forte il bisogno di essere ‘confermato nella fede’ e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta”.
“Gli episodi – ha evidenziato il Segretario CEI – che hanno recentemente insanguinato in maniera efferata il nostro territorio, l’ultimo, la morte violenta di padre Lazzaro, sono solo la spia eclatante di un disagio che attende risposte. E la nostra Chiesa non può limitarsi, come ho già detto in particolare ai sacerdoti, a contare vittime o a celebrare funerali. La passione con la quale papa Francesco sta testimoniando e traducendo in pratica il Vangelo non lascia alibi a nessuno”.
“Tutti, come singoli e come comunità – ha concluso il vescovo – dobbiamo ‘metterci del nostro’ perché questa nostra terra sia realmente una terra benedetta. E lo sarà nella misura in cui i credenti per primi sentiranno forte la passione di testimoniare Gesù. Se nonostante le tante forme di presenza religiosa il nostro territorio è costretto a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui noi, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo che ci è stato affidato”.