La Fism chiede più attenzione alla scuola paritaria dell'infanzia

Lo Stato interviene ogni anno con 420 euro per alunno, a fronte dei 4 miliardi di euro l’anno che la scuola paritaria fa risparmiare. La Fism si oppone inoltra al gender nei programmi scolastici

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“L’intervento medio annuo dello Stato nel 2013 per alunno della scuola dell’infanzia paritaria” è ritenuto insufficiente, a fronte del denaro che questa scuola fa risparmiare ogni anno allo Stato, ossia 4 miliardi. Lo afferma Luigi Morgano, segretario nazionale uscente della Federazione italiana scuole materne (Fism), intervenuto all’XI Congresso nazionale 1974-2014. Bilanci, orizzonti, prospettive che si tiene a Roma fino al 21 giugno.

Morgano afferma che “il sostegno economico è elemento irrinunciabile alla parità”, ma lo Stato annualmente interviene con la cifra di 420 euro per alunno, sproporzionato rispetto ai 4 miliardi che le scuole paritarie dell’infanzia fanno risparmiare.

Inoltre, il segretario nazionale uscente afferma che “l’inserimento delle scuole paritarie nel sistema nazionale di istruzione, in forma del servizio pubblico svolto, deve comportare l’equità nell’accesso al sistema”. Una richiesta che giunge dall’Europa, con la risoluzione del Parlamento europeo a favore della libertà d’insegnamento (1984) e, più di recente, con la risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sul diritto della libertà di scelta educativa (ottobre 2012). Per questo la Fism seguirà con attenzione l’iter e gli sviluppi del disegno di legge n.260, all’esame della VII Commissione del Senato, “dicendo le nostre opinioni e dando il nostro apporto”.

Un occhio di riguardo Morgano lo rivolge anche a quei programmi formativi che hanno provocato polemiche nel corso dell’ultimo anno scolastico. La Fism si oppone, pertanto, alla “grigia omologazione che la teoria del gender vorrebbe indurre nei rapporti educativi già dalla più tenera età”, e risponde con il celebre “I care” (M’importa) di don Milani, motto che riassume le finalità di una scuola orientata alla presa di coscienza civile e sociale.

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ZENIT Staff

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