Come ZENIT aveva riportato a suo tempo (http://www.zenit.org/it/articles/il-collegio-nazareno-verso-la-chiusura), il Collegio Nazareno, la prima scuola popolare capitolina e una delle più antiche d’Europa (la fondazione avvenne ad opera di San Giuseppe Calasanzio nel 1630) si avvia a chiudere i battenti.
Terminato l’anno scolastico, a meno di improvvisi colpi di scena, le aule del cinquecentesco Palazzo Tonti verranno cedute a una neonata struttura alberghiera per farne un hotel di prima classe.
Avviata mesi orsono nel sostanziale disinteresse della società civile e coperta dal totale silenzio dei mass-media, l’inedita operazione è riuscita finalmente a fare eco dopo che il senatore Luigi Compagna aveva presentato a inizio maggio un’interrogazione parlamentare diretta al Presidente del Consiglio dei ministri nonché ai Ministri dell’Istruzione, dei Beni Culturali e dell’Interno chiedendo “quali garanzie [il Governo] intenda produrre a tutela dei locali plurisecolari e del patrimonio artistico del collegio”.
Lo storico collegio del primo municipio capitolino, a un passo da Piazza di Spagna, vanta in effetti al proprio interno dei tesori di indubbio rilievo e pregio artistico: dagli affreschi cinquecenteschi che ornano l’Aula Magna, alle tele della galleria di Giovanni Bellini (il Giambellino) e di Giovan Battista Galli (il Baciccia), alle statue e ai busti marmorei che ritraggono personalità eminenti dell’antica Roma repubblicana ed imperiale, situati sugli scaloni e nel cortile, al patrimonio librario della biblioteca e al museo mineralogico, i capolavori e gli oggetti degni di tutela e interesse pubblico non mancano.
Tuttavia, a rigor di logica, non sarebbe nemmeno questo il punto più importante, quanto il fatto che la missione della scuola e dell’istituto fondato dal Calasanzio – che volle il Nazareno proprio per quell’area nevralgica del centro-storico – verrebbe improvvisamente meno dopo oltre quattro secoli, in spregio della sua stessa volontà e per motivi meramente commerciali, restringendo così ulteriormente gli spazi della libertà di educazione nel nostro Paese.
Successivamente all’interrogazione, l’incredibile vicenda e la notizia dell’inattesa chiusura sono state prima riprese dall’agenzia ANSA e quindi, in pochi giorni, sono rimbalzate fin sulle pagine dei grandi quotidiani nazionali come Il Corriere della Sera e La Repubblica.
Da ultimo, la scorsa settimana, il neo-costituito “Comitato Collegio Nazareno” e l’associazione degli ex alunni della scuola hanno lanciato una petizione popolare on-line (http://www.change.org/it/petizioni/tutti-collegio-nazareno-la-storia-deve-continuare) chiedendo urgentemente l’intervento delle istituzioni e cercando di mobilitare la cittadinanza: in pochi giorni sono state già superate le mille e duecento firme.
Nel testo presentato, tra le altre richieste, si legge: “Chiediamo a tutti i romani e ai forestieri che amano Roma di firmare per far sì che il Nazareno conservi la funzione di «immobile destinato alla formazione», intesa come «scuola paritaria» e, quindi, riconosciuta dallo Stato italiano. Vogliamo che il Collegio Nazareno resti una scuola e un bene pubblico accessibile a tutti e che vengano adottate tutte le possibili azioni affinché siano rispettate la volonta` fondante del Collegio Nazareno e la storia che l’Istituto rappresenta, quale scuola ‘popolare’ piu` antica d’Europa”. C’è da sperare solo che non sia troppo tardi.