C’è attesa per l’imminente visita di papa Francesco a Cassano all’Jonio, in programma per sabato 21 giugno. Un gesto di attenzione da parte del Papa per i fedeli di questa diocesi – la più piccola d’Italia – ai quali il Santo Padre aveva indirizzato una lettera in occasione della nomina del vescovo monsignor Nunzio Galantino a segretario generale della Cei: “Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona – scriveva Francesco – ma spero di poterlo fare presto”. E, si sa, il Papa mantiene le promesse…
Fitto il programma della giornata (disponibile sul sito internet www.papafrancescoacassano.it), che culminerà con la Santa Messa presieduta dal Santo Padre alle ore 16.30 nell’Area ex Insud di Sibari.
Così proprio nella Sibaritide papa Francesco porterà la sua benedizione; in quella terra che – per l’appunto – è stata la culla natia di suoi due lontani predecessori sul trono di Pietro, oggi venerati come santi dalla Chiesa di Roma: i papi Telesforo e Dionisio. E, con ogni probabilità, papa Francesco non mancherà di ricordarli nei suoi discorsi.
Telesforo nasce a Thurio, l’attuale Terranova di Sibari (Cosenza). Vive da eremita forse tra gli anacoreti del monte Carmelo di Sant’Elia il profeta. Giunge a Roma ed assume subito un ruolo importante nella comunità dei cristiani; viene ordinato sacerdote e, successivamente, eletto Papa nel 125, ottavo successore di Pietro.
Nel suo pontificato – durato all’incirca 11 anni – ordina otto diaconi, dodici sacerdoti e tredici vescovi, inoltre istituisce il digiuno quaresimale e la celebrazione di tre messe per il giorno di Natale – alla notte, all’aurora ed al mattino – con il canto del Gloria in excelsis Deo da lui stesso composto. Contrasta con forza l’eresia gnostica. Martire, probabilmente per mano di Adriano, nel 136, è riconosciuto santo sia dalla Chiesa Cattolica, che lo celebra il 5 gennaio, sia dalla Chiesa ortodossa, che lo ricorda il 22 febbraio.
Papa Dionisio, come Telesforo, è nativo Thurio, e lo troviamo anche tra gli eremiti del Monte Carmelo. Presbitero, poi, di Roma si distingue per il suo essere uomo di preghiera, di carità e di cultura. Partecipa alla disputa sulla validità o meno dei battesimo amministrato ai “lapsi”, cioè a quei cristiani che durante le persecuzioni per evitare l’uccisione prestavano adorazione agli idoli pagani.
Eletto venticinquesimo successore di Pietro il 22 luglio 259, si ritrova ad affrontare e a convocare un sinodo per dirimere la questione del Patriarca d’Alessandria, Dionigi, che con l’intento di confutare l’eresia di Sabellio sulla trinità, in realtà, finiva per ammettere una sorta di “triteismo”, cioè di vedere la trinità come tre persone distinte.
Inoltre papa Dionisio è ricordato per il sollievo spirituale e l’aiuto materiale offerto ai cristiani di Cappadocia e di Cesarea durante le scorrerie barbariche. Nel suo pontificato, inoltre, delinea meglio i confini delle varie diocesi e ripartisce le chiese ed i cimiteri di Roma tra i presbiteri della città: lo si può considerare, quindi, come il creatore delle parrocchie romane. Trova il martirio il 26 dicembre 268 ed è in questo giorno che la Chiesa Cattolica lo ricorda.
Telesforo e Dionisio sono due dei dieci pontefici (senza considerare l’antipapa Giovanni XVI di Rossano) originari della Calabria. Dalla punta della penisola italica si ricordano, infatti, anche Papa Antero di Petelia, l’odierna Strongoli (Crotone), Papa Eusebio di Altano, oggi Casignana (Reggio Calabria), Papa Zosimo di Reazio, l’odierna Mesoraca (Catanzaro), Papa Agatone di Reggio Calabria, Papa Leone II di Reggio Calabria, Papa Giovanni VII di Rossano (Cosenza), Papa Zaccaria di Santa Severina (Crotone), Papa Stefano III di Reggio Calabria.