"Il desiderio di Dio è che tutti siano una cosa sola"

Dopo l’incontro tra papa Francesco e l’arcivescovo di Canterbury, si aprono nuove prospettive di collaborazione tra cattolici e anglicani

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“Sono profondamente grato per la sua eccezionale testimonianza di premura verso i poveri e i sofferenti nel mondo”: sono queste le parole che Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury, ha pronunciato lunedì in Vaticano per elogiare le iniziative di Papa Francesco.

L’ex vescovo di Durham è giunto a Roma sabato per appoggiare assieme al Centro Anglicano e al Vaticano la creazione del Global Freedom Network, un’associazione che intende sradicare entro il 2020 la schiavitù e il traffico di esseri umani.

Questa collaborazione dimostra la capacità dei cattolici e degli anglicani di unirsi in un legame profondo, che l’arcivescovo ha descritto come una “preziosa eredità spirituale che è comune ad entrambi”. Non a caso un tema fondamentale del discorso dell’arcivescovo è stato l’invito a ridurre le divisioni fra i Cristiani.

Il Primate della comunione anglicana, infatti, ha espresso la speranza “che si trovino dei modi per rafforzare ciò che condividiamo e che si cerchino delle opportunità per le famiglie cristiane di pregare, parlare e convivere insieme”. Citando un passo del Vangelo (Giovanni 17,21), l’arcivescovo ci ricorda che il desiderio di Dio è quello che “tutti siano una sola cosa”. Parole simili a quelle del Papa che ha parlato di “compagni di viaggio” e “pellegrini sulla strada” verso il Regno di Dio.

Nonostante alcune questioni significative separino la Chiesa Cattolica e quella Anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury ha ribadito che questo non esclude la possibilità di cooperazioni fruttuose come il Global Freedom Network. D’altronde la schiavitù e il traffico di esseri umani sono crimini che bisogna sconfiggere in virtù dei valori essenziali su cui si fonda la fede di qualsiasi cristiano come “la questione della dignità umana, della libertà e dell’integrità della vita”. 

L’Arcivescovo ha illustrato esempi di forte progresso nei rapporti fra cattolici e anglicani, dimostrando che un riavvicinamento fra le due parti si fa sempre più intenso: “a novembre si celebreranno i 50 anni del decreto sull’ecumenismo, l’Unitatis Redintegratio […] ed è giusto che io paghi tributo per il lavoro della Santa Sede attraverso il PCPUC in questi 50 anni verso l’obiettivo di una completa e visibile unione”.

Ma gli elogi dell’Arcivescovo non si sono fermati con il dialogo fra anglicani e cattolici. Il Primate della comunione anglicana ha aggiunto che l’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium del Papa è stata d’inspirazione per tutti: “il compito di formare dei discepoli è un’urgenza che ci impone molta attenzione, così che la luce di Cristo possa brillare in ogni angolo del mondo”.

L’Arcivescovo ha concluso il discorso invitando i presenti ad una preghiera per il Global Network Freedom, nella speranza che si riescano a salvare i quasi 30 milioni di persone che ancora oggi sono afflitte dalla schiavitù. Riferendosi alle preghiere del papa in Terra Santa, anche l’Arcivescovo ha asserito che pregare pubblicamente per chiamare i fedeli alla pace e alla riconciliazione è un segno della forza della preghiera.

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Alessandro Mancini Caterini

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