È stata presentata oggi alla Camera dei Deputati, nel corso di una conferenza stampa, la proposta di legge per “l’istituzione del voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia”. Obiettivo del provvedimento è l’emersione dal nero di oltre 300 mila lavoratori, occupazione aggiuntiva di altri 300 mila disoccupati. “Circa 500 mila famiglie in più potrebbero accedere ai servizi per l’infanzia e per le persone non autosufficienti. In tal modo i servizi sociali e alla persona possono diventare uno dei volani più importanti della ripresa dell’occupazione in Italia”, spiegano gli organizzatori, dell’Istituto Luigi Sturzo, in un comunicato stampa.
Contemporaneamente è stata depositata al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati la proposta di legge per l’istituzione del voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia, che s’ispira al modello francese dei chèque emploi service universel (CESU): essa prevede che i voucher emessi dalle società concessionarie, vengano acquistati a un prezzo fiscalmente agevolato dalle famiglie o ricevuti dai dipendenti delle imprese e dai destinatari dei servizi di protezione sociale, per acquistare servizi di cura dei bambini, degli anziani non autosufficienti, delle persone con disabilità e per pagare i collaboratori domestici.
“Obiettivo della proposta di legge, frutto di oltre un anno di impegno che un gruppo di lavoro ha portato avanti all’Istituto Luigi Sturzo, è quello di massimizzare l’efficacia della spesa che già oggi le famiglie effettuano ‘di tasca propria’ con un provvedimento di equità fiscale che rende possibile una detrazione parziale degli oneri sostenuti”, si legge ancora nel comunicato. “L’introduzione di tale meccanismo – prosegue la nota – consentirà la progressiva emersione e occupazione aggiuntiva di lavoratori che prestano in nero servizi di assistenza e cura”. La proposta prevede, inoltre, l’estensione anche alle piccole e medie imprese degli strumenti di welfare aziendali attraverso l’utilizzo di “Voucher – Buono Universale” per prestazioni sociali. Infine, lo stesso meccanismo potrà essere utilizzato dalle amministrazioni pubbliche al fine di rendere più semplice e immediato l’intervento sociale.
Sulla base di una ricerca condotta dal Censis, l’impatto economico dell’istituzione del voucher universale secondo le modalità previste dalla proposta di legge, valutando sia i benefici diretti dell’emersione del lavoro nero e dell’occupazione aggiuntiva, sia quelli indiretti, sarebbe sostenibile con un saldo a carico dello Stato al di sotto dei 300 milioni di euro per il primo anno di applicazione della legge.
“Di sicuro – spiega il comunicato – ben pochi investimenti pubblici potrebbero determinare simili ricadute occupazionali e vantaggi così consistenti per le famiglie e le imprese: secondo la stima dell’istituto, dopo cinque anni la platea di famiglie in grado di accedere ai servizi socio-assistenziali crescerebbe di 482 mila unità, il numero di lavoratori beneficiari dei servizi di welfare aziendale salirebbe da 127 mila a 858 mila, l’emersione del lavoro irregolare raggiungerebbe le 326 mila unità, mentre l’occupazione aggiuntiva è valutabile in non meno di 315 mila nuovi occupati”.
Si può affermare, secondo gli organizzato, “che, se opportunamente promossi attraverso il voucher universale introdotto dalla legge delega e dalla relativa semplicità gestionale e di utilizzo, i servizi alla persona possono diventare uno dei volani più importanti della ripresa dell’occupazione nel nostro Paese”.
Gli organizzatori sono fiduciosi, ritengono che “la proposta potrà essere approvata dal Parlamento, almeno nelle sue linee essenziali, entro l’anno”. Del resto il governo ha previsto, tra le linee guida per la riforma del Terzo Settore, “la disciplina sperimentale del voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia, come strumento di infrastrutturazione del ‘secondo welfare’”. Finora i firmatari, tra Camera e Senato, sono stati quarantotto.