Mentre Papa Francesco dal suo account @pontifex lancia il tweet: “Preghiamo per tutte le vittime di violenza sessuale in situazioni di conflitto e per coloro che combattono tale crimine”, a Londra ha preso il via oggi, fino al 13 giugno, un summit globale per porre fine a questa triste piaga del mondo attuale.
L’evento è stato inaugurato dal ministro degli esteri del Regno Unito, William Hague, e dall’attrice Angelina Jolie, ambasciatrice dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Vi parteciperanno oltre 900 tra rappresentanti dei Governi, della società civile, delle religioni, provenienti da più di 100 paesi di tutto il mondo, insieme a esperti militari e giuridici, organizzazioni non governative e associazioni umanitarie. Presente anche il Segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry.
Si tratta del più importante summit dedicato al tema dello stupro come “arma di guerra”, vietato dalla Convenzione di Ginevra del 1949 e riconosciuto come crimine internazionale solo nel 1996. Contemporaneamente a quello di Londra, si svolgeranno inoltre diversi eventi in tutto il mondo.
“Non sarà una conferenza di vuota retorica”, scrive su L’Osservatore Romano Nigel Marcus Baker, Ambasciatore di Gran Bretagna presso la Santa Sede. “Ai rappresentanti – dichiara il diplomatico – verrà chiesto di impegnarsi per un’azione concreta che aiuti a eliminare dall’arsenale delle crudeltà gli stupri e la violenza sessuale in tempo di guerra”.
Il summit di Londra sarà, dunque, “un vertice diverso dagli altri”, perché “la violenza sessuale è un crimine diverso da tutti gli altri”, afferma Baker. “Donne e uomini sono costretti a subirne l’orrore durante i conflitti in diverse parti del mondo, e per quanto possa essere scioccante, le vittime sono spesso ragazze e ragazzi giovanissimi. La violenza sessuale reca in sé una conseguenza corrosiva che dura per tutta la vita: vergogna ingiusta e distruttiva per le vittime e le loro famiglie”.
D’accordo anche il Segretario Kerry – al quale è stata affidata la chiusura della Conferenza il 13 giugno – che ribadisce la volontà dei partecipanti all’incontro londinese di “relegare la violenza sessuale agli annali della storia”. “E’ ciò che tutti ci auguriamo – dice – assieme alla fine dell’impunità nella quale hanno sempre vissuto i colpevoli di tali efferatezze. I governi devono negare un riparo a quanti commettono queste azioni vili”.
(S.C.)