In occasione del centenario della morte di San Pio X, avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 agosto 1914, giovedì prossimo, 12 giugno, si terrà una conferenza dal titolo San Pio X – Un papa riformatore di fronte alle sfide del nuovo secolo. L’evento avrà luogo presso l’Aula che porta il nome di papa Sarto, l’Aula “San Pio X” in via della Conciliazione, 5.
L’evento, promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, è stato presentato stamattina in Sala Stampa vaticana, ove si sono succeduti gli interventi di padre Bernard Ardura, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, e del professor Alejandro Mario Dieguez, dell’Archivio Segreto Vaticano.
Padre Ardura ha tratteggiato gli aspetti biografici di San Pio X, la sua provenienza contadina e l’originale caratteristica di aver percorso tutte le tappe del ministero pastorale, da cappellano a Papa. “Essenzialmente un pastore d’anime”, è questa la definizione che padre Ardura ha attribuito a papa Sarto. Mosso da un grande “realismo pastorale”, orientò i suoi impegni verso “il rinnovamento della vita cristiana delle persone e delle comunità”. “Così – ha spiegato padre Ardura – mobilitò i parroci e i gruppi di Azione Cattolica, moltiplicò le riunioni dei comitati, governò la stampa cattolica. Durante il suo episcopato veneziano, la vita religiosa conobbe una nuova primavera, gli adulti ricevevano un insegnamento religioso, ed erano organizzati in Associazioni religiose, i bambini erano preparati con cura alla Prima Comunione, e la liturgia fu restaurata con l’aiuto del giovane Lorenzo Perosi, che il Patriarca Sarto aiutò e incoraggiò a diventare sacerdote, e al quale affidò la riforma del canto liturgico a Venezia, prima di chiamarlo a Roma, una volta eletto Papa”.
Molta fu la sollecitudine di San Pio X nei confronti della politica. Padre Ardura ha smentito l’immagine di papa Sarto “abitualmente veicolata da una certa storiografia”. Il sacerdote ha precisato che, “pur avendo conservato un certo attaccamento sentimentale per Francesco Giuseppe, il sovrano austriaco dei suoi primi trent’anni”, Pio X ritenne necessario sdoganare la Santa Sede dall’ostracismo verso il Regno d’Italia seguito agli eventi del Risorgimento.
Padre Ardura ha poi ricordato che il 20 gennaio 1904 San Pio X stabilì che “nessun potere laico esterno, potesse opporre un veto nell’elezione del pontefice e fulminò con scomunica quei cardinali che si prestassero a fare da portavoce, anche del semplice desiderio o indicazione di uno Stato”. Prova della sua attenzione verso la politica, fu l’angosciosa Esortazione Dum Europa che implorava a tutti i cattolici del mondo la cessazione della guerra europea appena scoppiata, che poi sfocerà nella Prima guerra mondiale.
San Pio X, che condannò socialismo e liberalismo, non mancò mai di preoccuparsi di tutto ciò che potesse migliorare le condizioni degli operai. “Con l’enciclica Pascendi del 1907 – ha detto padre Ardura – condannò il ‘modernismo’; in campo politico riprese la linea di Pio IX che considerava profondamente erronea la separazione della Chiesa dallo Stato, perché ingiuriosa nei confronti di Dio al quale bisogna rendere non solo un culto privato ma anche uno pubblico”. In un ambiente segnato dai progressi del liberalismo, del socialismo materialista e di uno scientismo che negava ogni realtà fuori dall’esperienza e della verifica delle scienze sperimentali, “Pio X sventò ogni tentativo di avviare un compromesso tra i cattolici e la nuova cultura”, ha commentato ancora padre Ardura.
Il prof. Dieguez ha definito Pio X “una figura ricca anche di contraddizioni”. “Adottato ad emblema del tradizionalismo, rivoluzionò invece in chiave pastorale l’assetto delle diocesi italiane, Roma compresa, e la stessa curia romana”, la riflessione del docente. Per questo, l’obiettivo del convegno è sottolineare “il Pio X della storia e non quello del mito, il Pio X del governo e delle riforme ecclesiastiche e non quello della pietà popolare”.
Il recupero della figura di San Pio X, “per qualche decennio rimasta in ombra”, è stato possibile “grazie anche alla pubblicazione delle fonti archivistiche (con quattro volumi curati dall’Archivio Vaticano), a studi sistematici e approfonditi (non solo sul modernismo ma anche sulle visite apostoliche, sulla codificazione e la riforma della curia), a convegni di studi (ben sei negli ultimi venticinque anni)”.
Il convegno di giovedì prossimo si concluderà con la presentazione di un volume, opera di un Membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, il Prof. Gianpaolo Romanato, dell’Università di Padova, dal titolo Pio X. Alle origini del cattolicesimo contemporaneo (ed. Lindau, 2014).