Dopo la Croazia, un altro Paese di tradizione cattolica dell’Est Europa corre ai ripari contro la prospettiva di veder minato il matrimonio naturale. La Slovacchia ha infatti deciso di inserire nella propria Costituzione un passo che definisce il matrimonio come “unione di una donna e di un uomo”.

Il consenso nei confronti del crisma tradizionale del matrimonio investe il popolo e le istituzioni di questi due Paesi. Se in Croazia, nel dicembre scorso, la modifica della Costituzione è stata decisa attraverso un referendum popolare, nel quale il 66% dei votanti si è espresso a favore della tradizione, in Slovacchia una scelta affine è stata licenziata dal Parlamento.

Con 102 voti a favore (ne servivano 90 per la modifica costituzionale) da parte di 128 deputati presenti (18 i contrari e tre gli astenuti), l’Emiciclo di Bratislava ha così posto una pietra tombale sopra il tentativo di introdurre interpretazioni originali del concetto di matrimonio.

Non esiste, in Slovacchia, contrapposizione destra-sinistra sul tema. Lo dimostra il fatto che la proposta di sottoporre al Parlamento l’emendamento in questione ha un’origine trasversale, poiché sostenuta da un’inedita coalizione composta dai socialisti del partito Smer, al governo, dai cristiano-democratici (Kdh), all'opposizione, e da alcuni partiti minori di ogni estrazione politica.

Robert Fico, primo ministro della Slovacchia, ha definito il voto di ieri “un evento storico”. Fico ha tuttavia tenuto a precisare che la modifica della Costituzione mira soltanto a promuovere e rafforzare l’istituto matrimoniale e che pertanto non svantaggerà “le persone che hanno un’opinione diversa sul tema o che hanno deciso di vivere in modo diverso”, ossia al di fuori del matrimonio.

L’inserimento di questo passaggio che definisce la famiglia come unione tra uomo e donna è salutato con favore dalla Aliancie za rodinu (Alleanza per la famiglia), i cui volontari in questi giorni stanno raccogliendo firme per chiedere un referendum nel quale vengano proposte nuove norme a protezione della famiglia naturale. La quale, nonostante il voto di ieri, loro ritengono essere ancora minacciata.

“Siamo lieti che il Parlamento abbia deciso di occuparsi della famiglia - ha detto Anton Chromik, portavoce dell’Alleanza -, ma purtroppo dobbiamo anche rilevare che non ha avuto il coraggio di sancire una cosa così normale, ossia che un bambino ha bisogno di una madre e di un padre”. Di fatto, senza questa aggiunta, l’emendamento alla Costituzione non escluderà le adozioni di bambini a coppie omosessuali. L’emendamento rappresenta dunque, secondo l’Alleanza per la famiglia, “un simbolo importante, un grande passo, ma non una protezione contro le numerose minacce attuali nei confronti dei nostri figli”.

A fine maggio, l’Alta Corte della Slovacchia aveva respinto il ricorso di una coppia slovacca che si era opposta alla volontà di un Tribunale inglese di affidare i loro figli a una coppia omosessuale d’oltremanica. Sintomo che la Magistratura slovacca non sembra essere in sinotonia, sui cosiddetti temi sensibili, con l’opinione dei cittadini e del Potere legislativo. La sentenza aveva sollevato animate polemiche nel Paese, non ancora sopite.