“Giovanni Paolo II potrebbe essere chiamato il Santo patrono della vostra libertà”. Così il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, ieri, nel sua primo giorno di visita a Varsavia, davanti alla Chiesa della Divina Provvidenza.
Il porporato ha presieduto una Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione del Wojtyla e per i 25 anni di libertà che la Polonia ha riacquistato nel 1989, dopo la caduta del regime comunista. Nella sua omelia, ha ricordato che “la vittoria di Cristo si è realizzata attraverso la croce” e che anche la vostra vittoria della Polonia “è arrivata attraverso la croce”.
“Conosco la storia della vostra lotta per la libertà – ha detto Parolin – So del grande tributo di sangue che i polacchi hanno pagato negli ultimi due secoli. Conosco la storia della spartizione della Polonia fatta da tre invasori. Sono note le lotte dei Polacchi per la libertà durante la Seconda Guerra Mondiale”. Proprio recentemente – ha aggiunto – “sono stato al 70° anniversario della battaglia di Monte Cassino. Avete combattuto per la nostra e per la vostra libertà”.
Ma il Segretario di Stato non ha dimenticato anche “la rivolta di Varsavia e il sacrificio di quasi trecentomila persone”. Come pure “il destino drammatico che ha colpito il vostro Paese” con il secondo conflitto mondiale e le conseguenti “decisioni geopolitiche prese sopra le vostre teste”. “Questa è la Via Crucis della Polonia verso la libertà”, ha affermato Parolin.
Tuttavia non deve essere il rammarico il sentimento che caratterizza il popolo polacco, bensì la gratitudine. Anzitutto, bisogna ringraziare Dio per Karol Wojtyla “e il suo grande pontificato”, ha evidenziato il porporato. “Attraverso di Lui – ha detto – il Signore ha fatto grandi cose. Il mondo intero ammira Giovanni Paolo II nella bellezza della sua santità. Ha notevolmente contribuito alla liberazione della Polonia”. E per questo motivo potrebbe essere chiamato “il santo patrono della vostra libertà!”.
Ma Wojtyla non è che l’ultimo nella lunga lista di santi, martiri e testimoni di fede venuti dalla Polonia. Tra questi, in particolare, il Segretario di Stato ha voluto ricordare il Primate della Polonia, il cardinale Stefan Wyszynski, che “coraggiosamente ha affrontato i momenti difficili sotto il regime comunista, dando l’esempio come maestro di amore a Cristo e alla Chiesa”. “Senza Wyszynski – ha detto – non ci sarebbe stato un Papa polacco”.
La visita di Parolin in Polonia è iniziata ieri con l’ordinazione episcopale del nunzio apostolico in Zimbabwe, mons. Marek Zalewski, e si concluderà mercoledì 4 giugno con la partecipazione alle celebrazioni dell’anniversario delle prime elezioni parzialmente libere svoltesi in Polonia nel 1989.
Dopo Varsavia, il cardinalevisiterà Cracovia, Wadowice e Czestochowa. Il 3 giugno tornerà nella Capitale per partecipare alla consegna del premio Solidarnosc a Mustafa Cemilev, leader dei tartari di Crimea. Prima del rientro, poi, presiederà una liturgia alla quale parteciperanno le massime autorità polacche.