Un passo avanti verso la riforma del clero

Il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, spiega l’importanza del Motu Proprio “Ministrorum institutio”

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Con il Motu proprio Ministrorum institutio il Pontefice Benedetto XVI ha trasferito la competenza dei seminari dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica alla Congregazione per il Clero.

Secondo il cardinale Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero non si tratta solo di un mero trasferimento di competenze, ma di un “passo ulteriore verso l’attuazione delle disposizioni del concilio ecumenico Vaticano II”.

Nel corso di un intervista rilasciata all’Osservatore Romano (26 gennaio), il porporato ha precisato che si tratta di “un importante segnale della grande attenzione del Papa per i suoi sacerdoti, per la loro formazione e per quella, che, da più parti auspicata, dovrà essere un’autentica e profonda riforma del Clero”.

Secondo il Prefetto, come già indicato dai Padri conciliari nel Decreto Optatam totius, “l’auspicato rinnovamento di tutta la Chiesa dipende, in gran parte, dal ministero sacerdotale”.

Il cardinale Piacenza ha voluto sottolineare che la pastorale deve essere incrementata per divenire, nella mente e nel cuore di ogni sacerdote, “una vera e propria priorità missionaria”.

E ciò avverrà vivendo “il primato della preghiera”, accogliendo “l’autentico profilo dell’identità sacerdotale, evitando timorose diluizioni” e “la santità dei ministri” indirizzata a determinare “un rifiorire delle vocazioni”.

Per il Prefetto la formazione permanente dei sacerdoti è un passaggio essenziale dell’opera di evangelizzazione e della vita stessa della Chiesa, per questo motivo la continuità della formazione “rappresenta una priorità in ogni ambito, particolarmente in quello ecclesiale”.

Alla domanda su quali progetti orientare la formazione permanente dei sacerdoti, il Prefetto ha proposto di“favorire il più possibile l’attenzione ai testi del Concilio Vaticano II riguardanti specificamente i presbiteri, in particolare i decreti Presbyterorum ordinis e Optatam totius”.

“Il Concilio – ha aggiunto – rappresenta, ancora e sempre, la sicura bussola con la quale la Chiesa è chiamata ad orientare la propria navigazione nei tempi presenti” e appare urgente un “innalzamento del tono spirituale, e perciò anche umano e culturale, dei sacerdoti”.

A questo proposito il cardinale Piacenza ha ricordato l’intervento di un giovane catechista al recente sinodo sulla nuova evangelizzazione, il quale ha chiesto ai padri, a nome dei suoi coetanei, “sacerdoti di qualità, dall’alto profilo culturale e spirituale, capaci di avvicinare a Cristo con la propria parola e la propria vita, e di celebrare il culto, lasciando trasparire, per pienezza interiore, la sacralità del mistero”.

Nella parte finale dell’intervista, il Prefetto ha rivolto una parola di benvenuto ai “carissimi seminaristi di tutto il mondo” manifestando profonda gioia, commozione e trepidazione, per la “coscienza del dono inestimabile che essi sono per la Chiesa del presente e del futuro”.

Il cardinale Piacenza ha quindi invocato “la preghiera incessante per i sacerdoti” e “corale invito alla Chiesa tutta” affinchè da ogni parte e soprattutto attraverso l’adorazione eucaristica, il Signore ci doni di “sacerdoti santi”.

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ZENIT Staff

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