La presenza che compie la Parola

Vangelo della III Domenica del Tempo Ordinario

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Ne 8,2-4a.5-6.8-10

“In quei giorni, il sacerdote Esdra porto’ la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno,.. Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo, dissero: “Questo giorno e’ consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!”. Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.”.

Lc 1,1-4; 4,14-21

“In quel tempo, Gesù ritorno’ in Galilea con la potenza della Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entro’ nella sinagoga e si alzo’ a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apri’ il rotolo e trovo’ il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore e’ sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri al liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”. Riavvolse il rotolo, lo consegno’ all’inserviente e sedette. Nella sinagoga gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora comincio’ a dire loro: “Oggi si e’ compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”.

Il messaggio di fondo della Liturgia di oggi si può trovare  in queste parole di Benedetto XVI:
“..a tutti i cristiani ricordo che il nostro personale e comunitario rapporto con Dio dipende dall’incremento della familiarità con la divina Parola. Ogni nostra giornata sia dunque plasmata dall’incontro rinnovato con Cristo,.. Facciamo silenzio per ascoltare la Parola del Signore e per meditarla, affinché essa, mediante l’azione efficace dello Spirito Santo, continui a dimorare, a vivere e a parlare a noi lungo tutti i giorni della nostra vita” (E. Ap. “Verbum Domini”, n.124).

Ora: che la Parola di Dio sia di grande importanza per il credente nessuno lo mette oggettivamente in dubbio; altra cosa, pero’, e’ il pensiero teorico e altra e’ sentire, per esperienza personale, di non poterne davvero fare a meno. Perciò occorre capire bene che cos’è e che valore ha questa “Parola di Dio”.

Come fa intendere il Papa, la familiarità con la divina Parola altro non e’ che l’incontro rinnovato ogni giorno con Cristo, allo stesso modo in cui la familiarità con la parola di una persona amica, significa incontrarla spesso.  Questa Parola e’ dunque il Signore Gesù che dimora in noi, vive in noi e parla a noi nel silenzio, anche per mezzo delle parole del Vangelo e dell’intera Sacra Scrittura.

Questa poi e’ la fede nella Parola di Dio: il suo soggetto pensante e parlante non e’ colui che l’ha materialmente scritta e nemmeno il sacerdote che la legge dal pulpito, ma e’ Gesù Cristo in persona; e il suo oggetto, in definitiva, e’ sempre e ancora il Signore Gesù, dato che “l’ignoranza della Scrittura e’ ignoranza di Cristo” (S. Girolamo).

San Girolamo ha ragione, tuttavia dobbiamo affermare che per conoscere Cristo non basta conoscere perfettamente la Bibbia, allo stesso modo in cui non e’ l’amico dello sposo che lo conosce, ma solo la sua sposa. E se lo Sposo e’ il Figlio di Dio, lo conosce solamente colui al quale il Padre lo voglia rivelare (Mt 11,27).

Al riguardo, scrive un noto autore: “L’affermazione basilare della Bibbia secondo la quale essa sarebbe ‘Parola di Dio’, non e’ tanto da accettarsi ciecamente per via dell’autorità di Dio, bensì va riconosciuta per il suo potere trasformante e liberatore. La ‘Parola di Dio’ viene riconosciuta nell’effettiva esperienza, poiché opera su chiunque davvero la ‘ascolti’: allora trasforma la sua intera esistenza” (T. Merton, Leggere la Bibbia, ed. Garzanti, p. 14).

Ascoltare sembra facile, ma quand’e’ che davvero ‘ascoltiamo’ la Parola? Basta la buona volontà per capirla? Perché i genitori di Gesù dodicenne non capirono la sua risposta quando lo trovarono nel tempio (Lc 2,50)? In genere, e’ facile ascoltare chi parla in maniera semplice e chiara, ma..”La Bibbia, per la sua propria natura, sfida, mette in imbarazzo e stupisce lo spirito dell’uomo. Pertanto il lettore che la apre deve aspettarsi disorientamento, confusione, incomprensione e forse scandalo. Senz’altro e’ uno dei libri meno convincenti che mai siano stati scritti..” (id., p. 7). La Bibbia, oggettivamente, e’ piena di contraddizioni, e pur continuando da secoli ad essere il libro più letto nel mondo, nessuno e’ stato mai in grado di scriverne un’adeguata recensione.

Consideriamo, ad esempio la prima Lettura di oggi. Essa descrive qualcosa a dir poco di insolito per gli attuali ascoltatori della Parola di Dio: “Tutto il popolo piangeva mentre ascoltava le parole della legge” (Ne 8,9). La grande maggioranza dei credenti, infatti, se pur ascolta e legge volentieri la Sacra Scrittura, non prova certo una simile risonanza affettiva.

E’ vero che gli autori materiali della Bibbia e lo Spirito Santo che li ha ispirati non avevano un intento affettivo, tuttavia la maggioranza dei credenti, oggi, non mostra alcun interesse per la Parola di Dio: non la legge quasi mai. Credo che la ragione ultima di tale indifferenza emotiva nei confronti della Parola, stia nel fatto che la nostra fede ha molto poco a che fare con la definizione che ne da’ Benedetto XVI: “La fede e’ decidere di stare con il Signore per vivere sempre con lui” (“La porta della fede”, n. 10).

Il Vangelo di oggi ci aiuta a capire la questione di fondo. Gesù torna nella sua città preceduto da grande fama e si presenta nella sinagoga. Questa e’ l’ora della Parola. La Parola rivela Se stessa. Dio e’ all’opera. Ecco: “Lo Spirito del Signore e’ sopra di me;..e mi ha mandato a proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore” (Lc 4,18-19). Riavvolge il rotolo, lo consegna, si mette a sedere, e dice: “Oggi si e’ compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” (Lc 4,21).

Ma oggettivamente la Scrittura deve ancora compiersi. I prigionieri sono ancora in prigione, i ciechi rimangono ciechi, gli oppressi sono ancora vittime dei prepotenti. E sarà sempre così, perché così e’ l’uomo. Ciò significa che il compimento non va riferito concretamente alle opere del Signore, ma alla sua Persona, alla sua Presenza. E’ Lui il Regno di Dino. Verranno, certo, i miracoli: i lebbrosi saranno sanati, i paralitici si porteranno a casa la barella, i morti risusciteranno…ma quanti fra tutti?  E dopo la morte di Gesù? E oggi, anno 2013?

Ciò significa che il compimento non si esaurisce con i segni e i miracoli del Signore, ma va riferito alla sua Presenza reale, alla sua Persona viva, che sta in mezzo a noi fino alla fine del mondo. Gesù e’ sempre con noi. Nell’Eucaristia Gesù e’ sempre in mezzo a noi e dentro di noi. Non dobbiamo temere. Gesù ha vinto il mondo!

La Parola e’ Gesù, e chiunque crede in Gesù sentirà che la Scrittura si compie in lui, poiché la fede opera sempre la divina Presenza nel cuore del credente, come l’ha operata in Maria: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi) (Gv 1,14).

* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

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Angelo del Favero

Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

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