Bertone, Bagnasco e l'invito a passare per la "Porta stretta"

Durante la presentazione del volume “La Porta stretta”, il presidente della CEI e il Segretario di Stato esortano i cattolici a partecipare alla vita politica per difendere i “valori irrinunciabili”

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Un vulcano che, esplodendo, ha eruttato un’enorme quantità di massa lavica che non ha risparmiato niente e nessuno. Forse è questa la metafora che meglio rende l’idea di ciò che l’Italia ha attraversato nel quinquennio 2007-2012. I cinque anni più duri per il nostro Paese dal dopoguerra che hanno visto una crisi senza precedenti che ha travolto tutto: l’economia, la società, i valori e le istituzioni, Chiesa inclusa.

Con un sguardo attento e partecipe il cardinale Angelo Bagnasco prende questo magma e lo spinge attraverso una “Porta stretta” – la stessa del Vangelo attraverso cui bisogna passare per accedere alla vita eterna – in modo da dare un ordine al caos.

Si intitola proprio così il nuovo libro del Presidente della CEI edito da Cantagalli, “La Porta stretta”, in cui il porporato raccoglie le sue prolusioni alle Assemblee e alle riunioni del Consiglio permanente dei vescovi.

Nelle oltre 400 pagine del libro, il cardinale Bagnasco passa dalla “favola” iniziale della speranza di un’Italia in cambiamento, fino alla triste constatazione della crisi che l’ha colpita e al timore che il Paese si pieghi al “populismo” e alla “facile demagogia”. Il tutto secondo la voce mai pessimistica di una Chiesa che non riflette astrattamente sull’attualità – come spiega l’autore nella prefazione – ma la vive dal di dentro, senza ingerenze, offrendo il suo “discernimento” per dire profeticamente la verità su una crisi che si evolve osservata “con lo sguardo di Dio”.

Percorrendo il primo quinquennio alla guida dell’episcopato italiano, il cardinale parla di sostegno alla famiglia, di scuola da valorizzare, di integrazione per gli immigrati, di garanzie per valori come la vita, la libertà religiosa, la sessualità, l’educazione, i diritti umani.

“La Porta stretta” è stato presentato ieri pomeriggio nell’Auditorium della Conciliazione di Roma. Tra autorità politiche, rappresentanti della società civile e della Curia romana, neanche un posto dei 1700 che la sala disponeva è rimasto libero. Una dimostrazione della stima nei confronti del cardinale Bagnasco e dell’interesse per la sua lucida analisi sull’attualità alla luce del Magistero della Chiesa.

Significativa anche la presenza del cardinale Tarcisio Bertone. Un evento insolito considerando la scarsa sintonia di questi anni tra il Segretario di Stato e il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, soprattutto riguardo ai rapporti con la politica italiana. Con la partecipazione di ieri, quindi, Bertone ha sancito pubblicamente una posizione univoca tra Santa Sede e CEI, in particolare nel richiamo ai cattolici a partecipare all’agone politico per la difesa dei “valori non negoziabili”.

“La raccolta – ha spiegato il cardinale Segretario di Stato nel suo intervento – testimonia l’impegno nello scoprire e proporre all’attenzione della comunità una via stretta di scrupoloso rispetto della giustizia e della verità avendo come stella polare il Vangelo e la carità pastorale che da esso sgorga”.

In particolare, il porporato ha insistito sulla partecipazione coerente dei cattolici alla politica, in virtù non di una “religione civile serva del potere”, ma di una Chiesa centrata su Cristo e, quindi, su tutte le implicazioni antropologiche, etiche e sociali che ciò comporta.

“Tra chi vorrebbe che i pastori rimanessero silenti – ha detto – in una neutralità asettica che non disturbi, e chi invece chiede che la Chiesa si pronunci in favore dell’uno o dell’altro schieramento”, si profila “la porta stretta dell’esortazione e del discernimento”, affinché “prevalgano in tutti le istanze veritative il senso del bene comune e la forza di porre sempre al di sopra degli interessi personali o di fazione, quelli dell’intera compagine sociale”.

“In questo delicato frangente della vita nazionale”, ha aggiunto Bertone, “è compito del pastore non sottrarsi al ruolo che è di stimolo e di giudizio oltre che di conforto e plauso”, considerando anche che in gioco ci sono “i valori fondanti della convivenza civile e la stessa fedeltà al Vangelo”.

Ecco dunque, ha insistito il cardinale, che “tra il portone spalancato della distrazione e della latitanza, volto a raccogliere il plauso di chi si attende dai pastori della Chiesa poco più di una rituale benedizione che anestetizzi le coscienze, e la porta dell’ingerenza miope, che mira ad acquisire qualche vantaggio immediato, c’è la porta stretta di una responsabile presenza nella società e nella cultura italiana, che intende solo servire la verità e promuovere la collaborazione in uno spirito di ordinata concordia”.

Tra “le urgenze più brucianti”, per cui è necessaria “una parola serena, autorevole e non partigiana”, c’è il tema della famiglia – ha detto il Segretario di Stato vaticano – un’istituzione che ha “una speciale centralità per le possibilità di sviluppo corretto della persona umana e della società”.

L’impegno dei cattolici invocato dal cardinale Bagnasco e ribadito da Bertone, si traduce nella partecipazione al voto, “forma concreta per cambiare o migliorare la società”, attraverso cui “esprimere il proprio discernimento che confermi l’affidabilità dei programmi e delle persone che li sostengono”.

Intervendo al termine della conferenza, Bagnasco ha ripreso le parole del Segretario di Stato, rimarcando che “Gesù Cristo va annunciato nella sua interezza” comprese le dinamiche antropologiche e sociali. “Dobbiamo tornare ad avere uno sguardo della realtà che si lasci ispirare dalla ragione allargata, che garantisca lo sviluppo integrale della persona umana” ha esortato il presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Interrogato dalla stampa, al margine dell’evento, il porporato ha affermato che “come sempre la Chiesa non fa politica in modo diretto ma deve ricordare a tutte le coscienze i valori morali, imprescindibili e quella visione antropologica che pone l’uomo al centro della politica”. Alla domanda se, da presidente CEI, sia soddisfatto della presenza dei cattolici nelle diverse liste, il cardinale ha risposto che “debbono essere coerenti”, sottolineando che un bravo politico che si dichiara cattolico “deve essere se stesso fino in fondo”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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