Allarme a Karachi, i talebani uccidono i cristiani

L’arcivescovo della città pakistana lancia l’allarme

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“Sono molto triste e preoccupato perché ogni giorno abbiamo un record di 10-12 persone uccise con violenza in città. Ho visitato molte famiglie colpite da questa assurda violenza, le ho benedette, assicurando il sostegno della Chiesa”.

Questa la dichiarazione rilasciata da Mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi all’agenzia Fides (www.fides.org).

Nella metropoli portuale del Pakistan del Sud “operano attivamente i talebani” e secondo i dati diffusi dalle autorità, nei primi otto mesi del 2012 a Karachi sono state uccise 1.725 persone in quella che è stata definita “una guerra di strada”.

Noel Alfonce, coordinatore diocesano della Commissione “Giustizia e Pace” della diocesi, ha detto a Fides che “Karachi è una città senza pace e la popolazione vive nell’incubo della violenza. Gruppi terroristici scorazzano liberamente. Ogni giorni in alcune zone della città si registrano omicidi e violenze. Il governo sembra impotente e non riesce a fermare i gruppi fondamentalisti e terroristi”.

“Gli scontri fra i partiti politici e le loro ali terroristiche – ha precisato – giocano un ruolo fondamentale nella guerra di sangue in corso a Karachi. Inoltre, le fazioni di talebani hanno iniziato a operare attivamente in città”.

Nei mesi scorsi, l’agenzia Fides aveva riportato di violenze mirate e omicidi di cristiani a Essa Nagri, quartiere-ghetto dove vivono 50mila fedeli cristiani. Nel settembre 2012 a Essa Nagri cinque giovani cristiani sono stati uccisi con armi da fuoco da terroristi non identificati.

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ZENIT Staff

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