Cari studenti universitari,
siamo entrati nel nuovo anno 2013. Abbiamo tutti nel cuore la gioia dell’incontro con il nostro Vescovo, il Papa Benedetto XVI, la sera del 1° dicembre per la celebrazione dei primi Vespri di Avvento. Eravamo davvero in tanti!
Le Sue parole ci hanno aperto la strada e il cuore all’incontro con quel Bambino che nella notte di Natale abbiamo ancora una volta trovato nella grotta di Betlemme tra Maria e Giuseppe.
Con l’inizio del nuovo anno il ricordo del Natale rischia di svanire nel nulla. Il tempo corre; forse tutto si ripete; tutto sembrerebbe inesorabilmente destinato ad essere travolto dagli eventi che con ritmo incalzante ci sovrastano. Ma quel Bambino non era forse una speranza, la mia, la nostra speranza?
Mi ha molto colpito una frase del Papa pronunciata durante l’omelia: “Quel Bambino ci ricorda che gli occhi di Dio sono aperti”. È un’immagine davvero accattivante, per certi versi tranquillizzante.
Nel nostro tempo ci sono molti occhi che ci guardano. Tutti siamo abituati all’occhio del Grande Fratello, alla curiosità morbosa di guardare nella vita degli altri. Mentre tutto si svolge nell’anonimato, si sviluppa il desiderio di essere in un luogo dove spiamo o siamo spiati.
È il segno che nella nostra società sentiamo il bisogno, forse più di ieri, di guardare e di essere guardati per essere riconosciuti, per sentirci qualcuno. Se non sono guardato o non spio qualcuno, allora non sono nessuno!
È la tragica fine di una lettura della storia che dall’omologazione degli eventi, pensiamo alla dialettica hegeliana o all’evoluzionismo storico, cerca di recuperare la soggettività dell’uomo sollecitandolo a curiosare nella vita degli altri o a trovare qualcuno o qualcosa che lo guardi. Sono molti coloro che sostengono che questo metodo nasce dal bisogno di autenticità, di legalità. In realtà è solo lotta per essere riconosciuti!
Cari amici,
solo gli occhi di Dio possono liberarci dalla lotta del farsi riconoscere! Sapere che questi occhi sono aperti è la notizia più impensabile e sconvolgente per la mente umana. Immaginate se tutti i network del mondo annunciassero questa notizia; il mondo cambierebbe all’improvviso!
Ma ciò non avviene. Anzi l’attenzione è verso coloro che continuano, nonostante le tristi esperienze dell’umanità, a proclamare che il Cielo è vuoto, che Dio è assente, che - dopo gli eventi del Novecento - Dio è superfluo!
Forse hanno ragione, ma forse hanno paura di aprire gli occhi e vedere che l’altro, il mio fratello, non ha bisogno di essere riconosciuto, ma amato. Ma ciò comporta un vero cambiamento di vita. È ciò che ci chiede quel Bambino con gli occhi aperti nella Grotta di Betlemme.
Gli occhi aperti di Dio sono la certezza che tu sei amato e sei qualcuno. In altre parole sei un dono per te stesso e per i fratelli. Non studiare per essere riconosciuto! Non innamorarti per essere riconosciuto! Ma impegnati a fare di te un dono! La tua vita è un dono per quello che sei, perché su di te gli occhi di Dio sono aperti e nulla nella tua storia è già programmato, ma sei tu che devi scegliere nel tempo.
Il tempo non ti è nemico, ma luogo in cui scopri di essere amato da sempre, dall’eternità, e di crescere nella consapevolezza che sei un dono. Nel tempo scoprirai la vera novità della tua vita: accogliere il dono di essere laureato, il dono di essere sposo e sposa, il dono di essere a tempo pieno a servizio per la Chiesa e per il mondo!
Cari amici,
siamo chiamati a vivere con gli occhi aperti, come quelli di Dio. Chiudere gli occhi significa aver paura di accettare la realtà, di sfuggirla: si entra nel Grande Fratello, dove sei guardato e guardi, ma non puoi più uscire, sei prigioniero del bisogno di essere riconosciuto!
Chi ha scoperto che gli occhi di Dio sono aperti cammina con serenità, pace, gioia, sapendo che è amato da sempre, nel grande mare dell’umanità, talvolta povera, ma sempre bella e affascinante. Nella Notte Santa quegli occhi si sono aperti, non per spiare, ma per amare, perché il mondo non è un Grande Fratello, ma è la Nuova Creazione dove Dio e l’uomo camminano insieme.
Iniziamo il nuovo anno con fiducia! Tu sei un dono. Non temere perché gli occhi di Dio sono aperti su di te!
Auguri di un fecondo anno 2013.
+ Lorenzo Leuzzi,Vescovo Ausiliare di Roma