In Francia nel 1973, durante il periodo del “terrore” di Maximilien de Robespierre e a seguito della decapitazione del re, i contadini della Vandea insorsero per ripristinare il culto religioso e per opporsi alla coscrizione militare. Portavano con sè il rosario e adottavano come distintivo l’emblema del Sacro Cuore.
Il film ricostruisce con toni epici la rivolta delle popolazioni della Vandea contro la forzata scristianizzazione imposta dalla Rivoluzione Francese.
La regia, la sceneggiatura, la scenografia, i costumi, la musica sono professionali, mentre tutto i film è interpretato da giovani e ragazzi non professionisti
Non possiamo parlare di The war of the Vendéè se prima non spieghiamo quali sono gli obiettivi della “Navis pictures”(www.navispictures.com). Questa casa di produzione vuole introdurre una nuova forma espressiva: quella che il suo presidente Jim Morlino chiama Children’s Cinema.
Si tratta di combinare un obiettivo educativo con un obiettivo divulgativo. Tutti gli attori nei film della Navis Pictures non sono dei professionisti ma dei ragazzi che con questa esperienza diretta, sotto la guida di esperti del settore, imparano ad apprezzare la settima arte.
Al contempo le tematiche affrontate sono sempre ispirate alla fede cattolica (Oltre a The war of the Vendéè è stato realizzato St Bernadette of Lourdes) e quindi fare film diventa un modo per far riflettere su questi temi sia i ragazzi che vi hanno recitato che quelli che lo andranno a vedere.
The War of the Vendéè ha vinto il premio come migliore film per giovani al Mirabile Dictu- International Catholic Film Festival 2012.
La formula è indubbiamente originale: i costumi, le ambientazioni, la colonna sonora, la sceneggiatura e la regia sono professionali ma c’è bisogno di un momento di adattamento quando si vedono dei ragazzini con il fucile che si lanciano all’attacco o mamme con lattanti in braccio che sono in realtà delle adolescenti.
Credo che un adulto si deve limitare a vedere questa rappresentazione con l’occhio benevolo di un papà che vede il figlio partecipare alla recita organizzata a scuola o in parrocchia mentre la vera domanda che attende una risposta, che è poi la sfida della Navis Pictures, è sapere se realmente dei ragazzi e delle ragazze si appassioneranno a questo film proprio perché ci sono dei loro coetanei che recitano.
Il tema scelto è alquanto ostico e non più trattato al cinema da molto tempo (I ribelli della Vandea-1946, L’eroe della Vandea -1953). Gli storici continuano ad essere discordi sul carattere prevalentemente religioso della rivolta o se invece hanno prevalso altri disagi, come l’elevata imposizione fiscale del tempo e il reclutamento forzato.
Di sicuro ci furono efferate rappresaglie da parte dell’esercito repubblicano sulla popolazione civile ma anche presso i vandeani ci furono alcuni episodi, anche se isolati, di vendetta sui prigionieri.
Il film al contrario non ha dubbi: inizia con gli eventi del 1793, quando giunge in Vandea la notizia della morte del re. “Essi hanno ucciso il nostro re sulla terra. Ora vogliono uccidere il nostro Re che è nei cieli. Per chi ha valore combattere e perfino morire, se non per Lui?” E’ lo slogan declamato dal ragazzo che impersona Jacques Cathelineau (1759-1793), vetturino, l’iniziatore della sollevazione, eletto primo generalissimo dell’Armata vandeana.
La Vandea era in effetti una popolazione molto devota e legata alla memoria di san Luigi Maria Grignion da Montfort, come viene ricordato nel film.
Il film ricostruisce con buona aderenza storica i fatti e i personaggi essenziali. Lo sforzo per costituire un’armata disciplinata con dei contadini che alla prima vittoria ritenevano opportuno tornare al lavoro dei campi, l’adozione di una strategia basata sulla guerriglia sull’esempio dell’esercito americano, né vengono sottaciuti tristi episodi di rappresaglia sui soldati repubblicani fatti prigionieri.
E’ descritto anche l’arruolamento forzato del capitano di marina Charette, “costretto” ad assumere il ruolo di comandante solo grazie dagli insulti dei contadini che lo traggono da sotto il letto, dove si era nascosto.
Il film termina con il racconto alla morte di Cathelineau avvenuta ad appena sei mesi dall’inizio della guerra, evitando in questo modo, dato il tipo di audience a cui è diretto, di spingere il pedale emotivo sul massacro della popolazione civile che fece seguito alla disfatta.
Le cosìddette «colonne infernali», attraversarono la regione facendo terra bruciata e perpetrando il genocidio della popolazione, con una metodicità e con strumenti da “soluzione finale”.
Il film, più che concentrarsi sul racconto del conflitto, cerca di proporre una comunità ideale, bucolico-cristiana e in questo ci riesce benissimo. Si vedono gli uomini intenti ad arare e a mietere i campi, le donne preparare una grande tavolata per mangiare tutti insieme mentre il parroco si occupa di fare catechesi ai più piccoli.
Ogni evento, l’inizio dei lavori nei campi, il mettersi a tavola e lo stesso avvio dei combattimenti è preceduto da una richiesta di benedizione rivolta al Signore.
Alla fine il film, a dispetto del tema scelto della guerra in Vandea, costruisce un mondo ideale, quasi utopico e da questa prospettiva è meglio comprensibile la presenza di attori-ragazzi.
Il film è disponibile in DVD in lingua inglese con sottotitoli in francese o spagnolo.
*
Titolo Originale: The War of the Vandée
Paese: USA
Anno: 2012
Regia: Jim Morlino
Sceneggiatura: Jim Morlino
Produzione: Navis Pictures
Durata: 90
Interpreti: Grant Gasse, Jack Murphy, Connor ‘O Luanaigh
Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it