Facendo eco al messaggio del Santo Padre per la Giornata della Pace la Chiesa Siciliana ha dato risposte concrete all’invito di Benedetto XVI. Il Cardinale di Palermo, mons. Paolo Romeo, nella tradizionale Messa di Capodanno al Palazzo delle Aquile per gli Amministratori della Città ha ribadito con forza l’impegno di essere concreti “operatori di pace”, difensori e sostenitori della vita sin dal concepimento ed ha esposta con chiari toni l’impegno della Chiesa a difesa della famiglia costituita da un uomo e una donna che si amano e si uniscono per dare la vita ad altre creature.
“Veri operatori di pace sono, infatti, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente” , si legge nel Messaggio, che ribadisce “il riconoscimento della struttura naturale del matrimonio, quale unione fra uomo e donna, caratterizzata anche dal suo insostituibile ruolo sociale”.
“Il lavoro – ha proseguito il card. Romeo – deve fondarsi su principi etici e valori spirituali che facciano del lavoro un bene fondamentale per la persona, la famiglia e la societa’. Proprio per questo l’amministrazione comunale deve sapere bene operare perche’ Palermo si edifichi nella pace, edifichi un futuro di pace e in tutte le sue componenti progredisca quel volto comunitario, pronto a garantire la verità dell’uomo e della famiglia, il diritto alla vita e al lavoro”.
L’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, nel messaggio di fine anno ha ripreso il tema della pedagogia della pace che si sostanzia di rispetto, onestà, cordialità, benevolenza e poi ancora: dire no alla vendetta, riconoscere i propri torti, accettare le scuse senza cercarle e perdonare.
Richiamando il discorso del Messaggio del 2012 su “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”, è stato ripreso il tema dell’educazione, ribadendo “con forza” che gli operatori di pace sono chiamati “a coltivare l’impegno di una valida educazione sociale”.
Esplicitando i compiti dell’operatore di pace l’Arcivescovo ha sottolineato la necessità di realizzare un fecondo incontro tra educatori , che siano dei testimoni e le persone disposte a farsi educare. L’emergenza educativa interpella gli adulti come singoli chiamati ad essere dei testimoni credibili e come famiglia, nell’esercizio del diritto dei genitori ad educare i propri figli e, in particolare, nell’ambito morale e religioso”.
Anche le comunità religiose, hanno un “immenso compito di educazione alla pace” e, in questo ambito, ricoprono un ruolo fondamentale anche le istituzioni culturali, scolastiche e universitarie “alle quali è richiesto un fondamentale contributo per il rinnovamento della classe dirigente e delle istituzioni, così come una riflessione scientifica che radichi le attività economiche e finanziarie in un fondamento antropologico ed etico”.
A queste parole del Papa Mons. Gristina ha citato la benemerita azione di “educazione alla pace” svolta nella diocesi dalla Comunità di S. Egidio, promotrice della marcia della pace il primo giorno dell’anno.
Il messaggio si è concluso con gli auguri che nel compilare le “agende” per il nuovo anno siano presenti gli insegnamenti ed i messaggi del Papa che all’insegna della pace propone soluzioni possibili nel rispetto della dignità della persona umana, delle attese delle famiglia e favoriscano l’autentico benessere personale e comunitario.
Con particolare attenzione la Tv locale “Antenna Sicilia” ha trasmesso per intero nel telegiornale la benedizione del Santo Padre al termine dell’Angelus, seguita dagli auguri di pace per la nostra Nazione.
Nelle altre diocesi il tema della pace è risuonato come balsamo augurale e auspicio di benessere, verso segno della luce del Natale che dalla grotta di Betlemme ha annunciato la Gloria a Dio e la pace agli uomini di buona volontà che amano Dio.
La ricorrenza del cinquantesimo anniversario della Pacem in terris, magistrale enciclica di Giovanni XXIII, caratterizza il nuovo anno nel segno della Pace, bene sempre prezioso e prioritario per l’intera comunità umana.
Il desiderio di pace, ha detto il card. Romeo, non può farci chiudere gli occhi sulle tensioni, sulle ingiustizie, sulle contraddizioni della nostra amata Città. Promuovere la pace è certamente un’opera di sapienza che richiede altrettanta pazienza, per individuare le cause reali dei problemi, e per trovare soluzioni concrete.
Non ci si può lasciare vincere dal pessimismo. La vera sconfitta è non credere nell’uomo, nel suo potenziale di grandezza e nel suo bisogno di redenzione dal male. Questa è una menzogna sull’uomo che non ci possiamo permettere.