Il "nostro" avvento

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, domenica, 2 Dicembre 2012 (ZENIT.org).

I Domenica di Avvento (Ciclo C)

Lettura

Il brano di Geremia ci dice che si compie la promessa del Signore: viene il Messia, il «germoglio giusto», a inaugurare il regno della giustizia. San Paolo nella seconda lettura ci esorta a tenere una condotta che piaccia a Dio (4,1-2). L’apostolo esorta nel nome di Gesù (cfr. 2Ts 3,6; 1Cor 1,10), per indicarci ciò che è conforme alla volontà di Dio. Luca, nel discorso escatologico pone il suo interesse sull’oggi dei credenti e sul senso che esso può avere nell’insieme del progetto di Dio.

Meditazione

L’avvento è il tempo della speranza. Abbiamo tutti bisogno di questa scuola per vincere la tentazione della sfiducia e della resa, che è propria dei momenti difficili, o quella della presunzione che ci fa illudere di poter facilmente cambiare il mondo, tipica dei tempi di relativa sicurezza. Vivere l’Avvento vuol dire accogliere la sfida della Speranza, in particolare della speranza in Dio, che non solo non è stanco degli uomini, ma ha il coraggio di ricominciare sempre di nuovo con loro e per loro nell’amore. L’attesa del Dio che nasce fra noi ci aiuta a precisare il volto del futuro che attendiamo nella speranza. Le letture di questa prima Domenica di Avvento ci esortano a sovrabbondare nella carità e ad essere vigilanti nella preghiera, fino al giorno in cui il Signore compirà la promessa di bene fatta alla casa di Israele e di Giuda (Ger 33,14). «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti». Non è un augurio di convenienza: è un appello decisivo e radicale in vista della «venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi». È il richiamo all’amore, alla carità, l’unica legge del regno, perché «cresca e abbondi» dentro il cammino della storia e riveli e affretti la venuta del Signore. Per attendere nella speranza la seconda venuta di Gesù, il Vangelo ci ammonisce: «Vegliate, in ogni tempo pregando». Vegliare: per non fermarsi alle apparenze. Pregare: per implorare e ottenere il dono della profezia, che dinanzi a tutti gli uomini sa disincantare dalle speranze fallaci e infondere la speranza che non delude; per implorare e ottenere soprattutto la forza di amare e fare strada all’unico Signore che viene sempre. Sento la necessità di questo periodo per rinnovare il mio modo di vivere la virtù teologale della Speranza? La mia vita di ogni giorno è profezia della vita futura?

Preghiera

O Maria, donna dell’ascolto e dell’attesa fiduciosa e feconda, fa’ che, meditando ogni giorno la Parola di Dio, sii Tu ad accompagnarci e a farci strada nel cammino verso il Natale di Tuo Figlio, giovinezza del mondo.

Agire

Reciterò l’Atto di speranza perché la mia vita sia profezia delle realtà ultime.

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ZENIT Staff

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