Vita comunitaria, Missione, collaborazione pastorale: i punti fondamentali dell'azione dell'Ordine di Sant'Agostino

Quarantuno superiori maggiori riuniti a Roma da ogni continente. L’ONU premia la presenza agostiniana alle Nazioni Unite con un prezioso riconoscimento operativo

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Un importante avvenimento nella vita dell’Ordine: quarantuno Superiori Maggiori dell’Ordine tra Priori Provinciali, Superiori Regionali, Superiori dei Vicariati e Delegazioni, si sono incontrati a Roma per un incontro di cinque giorni con il Priore Generale ed il suo Consiglio per discutere temi pertinenti al Programma dell’Ordine per i prossimi sei anni.

Il priore generale P. Alejandro Moral Antón ha aperto i lavori “ricordando in modo particolare le situazioni di conflitto e di persecuzione che stanno vivendo alcune comunità e confratelli dell’Africa” e ha invitato alla preghiera: “pregare per la pace, come anche pregare per le nostre comunità, non è un atto di volontarismo, ma un impegno che ci porta a costruire giorno dopo giorno il sogno di Sant’ Agostino e che troviamo espresso nella nostra Regola: “Prima di tutto, vivete unanimi nella casa e abbiate una sola anima ed un sol cuore (At 4,32) protesi verso Dio”. Tra gli obiettivi, “dobbiamo fare nostro il proposito della conferenza di Aparecida (2007) che raccoglie papa Francesco nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium: fare il passaggio “da una pastorale di pura conservazione ad una pastorale decisamente missionaria” (Evangelii gaudium, 15). Questa trasformazione missionaria della Chiesa passa, necessariamente, dal rinnovamento spirituale personale e comunitario e dalla realizzazione e conversione pastorale delle nostre opere. Due grandi mete che bisogna sempre tener presenti, alla luce del nostro carisma agostiniano e concretizzare in obiettivi ben definiti”.

L’incontro è stato voluto, come sottolinea Padre Franz Klein, assistente generale e responsabile per le circoscrizioni Europa Centro e Nord, dal Padre Generale che, alla fine del Capitolo generale che lo ha eletto lo scorso settembre, ha pensato ad un incontro a breve distanza di tempo per valutare il cammino intrapreso per il nuovo mandato 2013-2019 senza attendere fino al Capitolo intermedio che si svolgerà nel 2016. Nel frattempo gli Assistenti generali hanno lavorato con il Priore generale per mettere a punto i temi ed è partito il lavoro delle commissioni interne che coinvolgono circa 150 frati di ogni parte del mondo.

Spiega il Padre Generale: “Il fatto che si sia voluto ampliare l’incontro del Consiglio generale per elaborare questa programmazione, vuole essere un segno di collegialità all’insegna di una Chiesa sinodale nella quale i membri del Popolo di Dio camminiamo insieme. In questo incontro sinodale, dove tutti siamo ascoltati in ciò che ci compete, tutti siamo chiamati all’unità e alla comunione che è un dono dello Spirito Santo”.

Due sono stati i temi importanti emersi con grande forza: “la collaborazione dei frati nella casa, nella circoscrizione ma soprattutto a livello internazionale. Padre Alejandro ha poi ricordato che la parola più importante per noi è “amore”. Se l’amore non è alla base del nostro apostolato, allora non c’è vita in pienezza”. Riecheggia l’eco delle parole di papa Francesco che ha aperto il Capitolo generale con la celebrazione eucaristica in sant’Agostino in Campo Marzio lo scorso 28 agosto: “L’inquietudine dell’amore spinge sempre ad andare incontro all’altro, senza aspettare che sia l’altro a manifestare il suo bisogno. L’inquietudine dell’amore ci regala il dono della fecondità pastorale, e noi dobbiamo domandarci, ognuno di noi: come va la mia fecondità spirituale, la mia fecondità pastorale?”.

Come sottolinea Padre Joseph Farrell, vicario generale dell’Ordine, “quando parliamo dei nostri voti e ci soffermiamo su uno di essi, necessariamente parliamo anche degli altri due: povertà, castità, obbedienza, i voti che facciamo, viviamo, proclamiamo ogni giorno, sono intimamente connessi. È stato un grande e importante dono sentire i superiori maggiori su questi temi: è la nostra vita”.

Fra le conclusioni, un più serrato invito alla vita di comunità: “Quando c’è una ferita nell’Ordine, tutti soffriamo. Ma il Padre Generale ha anche chiesto ai superiori maggiori di pensare ogni azione e ogni decisione nelle sue ripercussioni in tutto l’Ordine. Quando avviamo o chiudiamo un’iniziativa, c’è un effetto domino su tutto l’Ordine. Ogni nostra azione riguarda tutto l’Ordine”.

L’Ordine vive un rinnovato slancio missionario che lo rende presente in più di cinquanta paesi nei cinque continenti e con una delegazione alle Nazioni Unite. Non ultimo fra i risultati conseguiti, nel mese di maggio scorso l’Ordine di Sant’Agostino ha ottenuto presso l’ONU il riconoscimento di consultore presso l’ECOSOC (Consiglio economico e sociale). Con questo nuovo status, l’Ordine può designare rappresentanti ufficiali presso le sedi dell’ONU a New York, Ginevra e Vienna, può presentare rapporti orali o scritti al Consiglio, essere invitato a inviare consigli di esperti.

Fra le sfide attuali, la delicata situazione in alcuni paesi dell’Africa come la Nigeria, la globalizzazione e come rendere la vita religiosa agostiniana più attrattiva. La presenza stessa dell’Ordine in più nazioni e la sua multinazionale composizione è già indizio di globalizzazione: “siamo l’esempio vivente che è possibile che gli uomini possano vivere insieme”, spiega il Vicario generale. Altra sfida è la missione: “Invece di guardare sempre e solo indietro, cioè rifarsi alla Tradizione che pure è necessaria perché è la base, occorre guardare avanti, cioè avere la vision,  e la vision  è la missione. Il Padre Priore Generale ha sottolineato che il futuro è la missione”.

In Africa e America Latina ci sono progetti per costruire o aprire scuole perché l’educazione delle giovani generazioni in questi paesi è importantissima. Accanto a questa tensione, la collaborazione pastorale effettuata attraverso una presenza capillare sul territorio.

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ZENIT Staff

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