Lo scorso 24 novembre, un po’ in sordina, è uscita la notizia secondo cui Valeria Fedeli, Vicepresidente del Partito democratico al Senato, ha depositato un disegno di legge “per l’introduzione dell’educazione di genere e della prospettiva di genere nelle scuole e nelle università”.
“Il ddl – afferma la senatrice Fedeli – prevede chei piani dell’offerta formativa delle scuole adottino misure e contenuti di conoscenza ed educazione per eliminare stereotipi, pregiudizi, costumi, tradizioni e altre pratiche socio-culturali fondati sulla impropria ‘identità costretta’ in ruoli già definiti delle persone in base al sesso di appartenenza”.
Sulla questione interviene ora Manif pour Tous Italia, che in un comunicato anzitutto precisa: “È bene focalizzare l’attenzione di alunni e studenti sulle ineguagliabili potenzialità umane prima che sociali della donna, per quanto riguarda questo profilo più volte lambito dalla senatrice Fedeli, ed egualmente combattere ogni tipo di pregiudizio ignorante e discriminatorio”.
Tuttavia, si legge ancora, “è da escludere che questo possa avvenire “tramite una ristrutturazione ideologica dei processi educativi, magari improntata a quelle teorie di genere che bollano come opprimenti stereotipi culturali caratteristiche invece naturalmente iscritte nell’identità sessuale femminile e maschile, ingenerando solo inutile confusione in ragazze e ragazzi”. Secondo la Manif Italia “appare in tal senso allarmante che il ddl individui i propri nemici non solo in stereotipi e pregiudizi ma anche in ‘costumi’ e ‘tradizioni’, tra cui non meraviglierebbe di vedere oggi ricompresi matrimonio e adozione riservati a coppie di persone di sesso diverso”.
La Manif Italia garantisce infine che “vigilerà ed agirà affinché un simile affronto alla libertà educativa delle famiglie, già gravemente lesa da progetti scolastici attualmente in corso nelle scuole, non abbia mai ad affermarsi”.