Start-up: parola arcana o opportunità di lavoro?

A Torino un incontro per mettere in pratica con successo nuove idee di business, rivolto soprattutto ai giovani

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Creatività, rigore manageriale, leadership e internazionalizzazione. Questi sono solo alcuni temi della tavola rotonda di ieri, giovedì 19 giugno, Connectin gIdeas, Start-up and Funds to Innovate, promossa dalla business School ESCP Europe a Torino.

“L’incontro nasce dalla volontà e dall’esigenza di portare  tutti a conoscenza di metodi più efficienti per mettere in pratica, con successo, le proprie idee di business”, ha sottolineato Francesco Rattalino, direttore generale del campus torinese di ESCP Europe.

Con il termine start-up si identifica, in economia, la fase iniziale per l’avvio di un’impresa, ovvero quel delicato periodo nel quale un’organizzazione cerca di rendere profittevole un’idea.

Sapere di cosa necessitano i mercati , senza farsi spaventare dai termini economici, a volte incomprensibili, per rispondere efficacemente e senza dispendio di energia alla domanda, diventa allora fondamentale per un giovane imprenditore.

“Il mercato italiano soffre di un corto circuito tra start-up e forme di finanziamento, i cosiddetti fondi venture capital”, vuole sottolineare Michele Padovani , amministratore delegato di iStarter.

“Da un lato le start up, anche se formate dai migliori imprenditori,  fanno fatica a tracciare le prime metriche, senza alcun apporto di capitali. Dall’altro i fondi di investimento guardano con diffidenza le star up, soprattutto quelle che non abbiano già dei numeri consolidati. È fondamentale che i capitalisti possano selezionare imprese più valide in cui investire e, al contempo, che le start-up di genio possano trovare partner importanti per svilupparsi”, ha continuato il dott. Padovani.

Partendo allora da esperienze di successo italiane e internazionali, tra cui Google, Fluentify, iStarter e Holding Industriale, sono stati proposti, ai numerosi giovani presenti, modelli per decifrare il cosiddetto “ecosistema dell’innovazione”, ovvero le interconnessioni tra i diversi attori di una start-up: manager, start-upper, fondi di finanziamento e incubatori in grado di alimentare le imprese, aiutandole a sopravvivere e a crescere.

“Quest’iniziativa alimenta la nostra voglia di innovare , che è così necessaria per far ripartire l’economia – ha concluso Vittorio de Pedys, esperto di finanza e professore dell’ESCP Europe -. Intendiamo così stimolare i giovani a rischiare, portando avanti le proprie idee”.

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Giorgia Innocenti

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