Lettera aperta ai signori della droga

C’è sempre una possibilità di riscatto

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Signori della droga, cavalieri del nulla, voi che avete trovato un potere immenso nelle debolezze dell’umanità sofferente e avete approfittato dell’incapacità delle leggi e degli stati di reprimere i vostri impulsi omicidi: fermatevi un attimo e guardatevi attorno.

Negli anni ’60 c’era ancora poca droga in giro: l’esplosione è avvenuta negli anni ’70, sospinta anche dall’onda di quel che appariva una rivoluzione libertaria. Farsi una canna o una presa di cocaina, magari a qualcuno poteva apparire pure chic. Si dice che i profitti dei vostri traffici fossero (o siano) del 300 mila per cento, alla faccia di chi si dopa per illudersi di rendersi la vita più gradevole, alla faccia di chi si arrabatta per cercare di sbarcare il lunario, persino alla faccia di chi si gloria delle autoblu che monta con paga supponenza tra coorti di boiardi.

Voi, signori della droga, da più di quarant’anni intascate cifre mostruose e siete diventati i nababbi, gli sceicchi, i pascià delle nostre terre.

Prova del vostro potere è tra l’altro che poco o nulla di voi si dica: si vedono carcasse di edifici nuovi invenduti che crescono ai margini delle città e nessuno denuncia da dove proviene il denaro che vi si riversa. Un tempo era così Palermo: immense periferie di scheletri semicostruiti e di case disabitate. Ora Milano e i suoi sconfinati dintorni padani sono lo stesso… e Bari e i lunghi litorali e i tanti villaggi montani…

Si è parlato a lungo dell’epopea della mafia siciliana: poi si è scoperto che la ‘ndrangheta non è da meno e anche la camorra, come le tante altre correnti criminali.

Signori della droga: siete stati perseguiti, ma nulla vi ha fermato. Vi siete moltiplicati, i vostri profitti sono cresciuti, diversificati nella tratta delle bianche, nei commerci di armi e in quanto di più losco e distruttivo vi sia.

Tanti eroi, in divisa e non, hanno tentato di sbarrarvi la strada: molti ne avete trucidati. Resteranno come esempi di umanità preziosa e i loro nomi sono scolpiti nella storia. I vostri fanno paura o ribrezzo. Chi tra voi ha acquisito notorietà la manterrà nel tempo come segno di miseria morale e di infamia.

Ma le vostre soddisfazioni sono altre. Le leggi, il comportamento delle persone, la cultura diffusa dei luoghi che vi ospitano non hanno voluto fermarvi. Nuotate dove c’è corruzione e questo vi dà l’ebbrezza della potenza.

Si mormora che negli incontri della buona società spesso non manchino vassoi di cocaina per il libero uso dei convitati. Le campagne antifumo hanno poca efficacia e non toccano chi consuma cannabinoidi: pare che questi circolino pure nei cortili delle scuole.

Soprattutto scorrono valangate di denari da ripulire nei canali finanziari: tanti da influire a fondo nei mercati. C’è chi si chiede dove investite voi, signori della droga, per seguire sull’onda…

È vero, né Stati né leggi, né gli atti di eroismo vi hanno fermato: hanno solo dato testimonianza di un’umanità che desidera sopravvivere alla vostra radicale disumanità.

Ma voi, per aver continuato ad accumulare beni e ricchezze sulla pelle delle tante vittime che si servono dei vostri prodotti, alle spalle di tutti noi che crediamo nella necessità di vivere in modo civile, avete acquisito un potere immenso. E lo manifestate manovrando flussi di miliardi che alimentano un consumo di lusso che è andato crescendo a dismisura pur nel profondo della crisi, insieme con (forse più di) i lussi derivanti dallo spettacolo o delle nuove tecnologie.

La vostra non è una tecnologia nuova, signori della droga, è vecchissima: sopruso, prepotenza, abuso. Ma mantiene la sua efficacia: voi avete potere e sembra che gli Stati stessi non sanno fermarvi. Non ci sono riusciti quando eravate pochi e vi scannavate per le strade, quando non avevate acquisito le conoscenze e il potere che avete ora… Chi può credere che ci riusciranno ora, quando la società è tanto più corrotta, l’evasione fiscale sembra un pregio, esportare capitali una virtù, e vi sono governanti che danno esempi di immoralità, a volte quasi di disprezzo per la cosa pubblica?

Si può dire, signori della droga, che voi abbiate vinto. La battaglia non si fermerà, Stati e leggi continueranno a manifestare quel che dovrebbe essere. Sappiamo tutti di che si tratta: ne parlano i Promessi Sposi: le gride manzoniane. Un romanzo profetico, mostra una realtà umana che è com’è: ricca di pochi slanci altruisti, ma per solito prona al potere e all’arbitrio.

Pensate di aver vinto perché rappresentate il peggio dell’umanità e ve ne gloriate, Ma ora c’è la crisi: pensateci un attimo. L’avete fatta franca, i redditometri che imperversano su chi è registrato agli uffici fiscali non vi sfiorano, i vostri traffici transnazionali continueranno, il vostro potere non farà che crescere…. ma potere su che cosa?

Siete comunque condannati, finché vivete, a portare il peso dei vostri crimini: se pure riuscite a cancellare la vostra coscienza, i vostri nemici – e sapete che ne avete – si ricordano di voi e se pure la legge non riesce a ghermirvi, poiché com’è noto preferisce prendersela con i piccoli e lasciare stare i grandi, qualche vostro concorrente potrebbe un giorno riuscire a liberarsi di voi. E di voi allora non resterebbe che la macchia obbrobriosa del crimine.

Ora invece, quando ancora avete tutto il potere che avete, potreste evolvere: ci sono altri modi per affermarsi, per esibire la forza, per dominare. Voi che avete conosciuto l’abisso,. Voi, ché avete veramente abbracciato il male, forse potreste pensare a quel pentimento e a quella conversione ch’è troppo difficile per chi è da sempre convinto di essere nel giusto.

Potreste pensare di non riciclare solo il denaro: riciclate voi stessi, per una volta.

Se investiste a lungo termine per la cultura, per il benessere delle persone, per la pace sociale, per creare lavoro utile alla società, per la ricerca, per l’istruzione: costituendo fondazioni, scuole, università, infrastrutture, finanziando i futuri trasporti aerei ipersonici, le nuove tecnologie destinate a cambiare la faccia del mondo… allora pure il vostro fetido potere accumulato con la frode, l’inganno, la sopraffazione, l’omicidio, l’abuso dell’altrui idiozia, comunque restituirebbe un che di significativo.

E, visto che gli Stati e le leggi non sono stati capaci di intrappolarvi, potreste voi mostrare di essere, anche nel bene, non solo nel male, superiori al rigor mortis della burocrazia, attivando opere volte a creare lavoro e a dare una possibilità nuova all’ingegno umano: a chi ha idee ma non la possibilità materiale di realizzarle.

Se così faceste, potreste passare alla storia non come fuorilegge che approfittano dell’incapacità delle istituzioni statali e delle leggi umane, ma come benefattori.

Pensateci: in fondo anche se siete potenti e l’avete fatta in barba alle leggi, anche se ridete di noi che guardiamo le regole come strumento di vita civile e paghiamo le tasse mentre voi speculate sugli spread di vario genere, anche voi morirete e lascerete di voi un ricordo: ai vostri figli, ai vostri nipoti, ai vostri vicini di casa o di yacht.

Se Al Capone fosse stato più furbo, invece di finire i suoi giorni in carcere, avrebbe investito in opere utili e magari sarebbe diventato un grande del XX secolo.

Potreste invece farcela voi: la crisi attuale ve ne dà un’infinità di possibilità.

Datevi a opere durature: non vi accontentate di cosucce da belletto da vecchie mummie che ben poco nasconde delle malefatte, quali raccattare esemplari antichi della Commedia dantesca: in fondo anche questa è un’attività speculativa. Create lavoro, finanziate la ricerca e lo sviluppo, aiutate a varare un nuovo mondo più giusto, dopo che avete con tanto impegno e abilità contribuito a smantellare quello che c’era prima.

Visto che non v’hanno preso con le mani nel sacco, riciclatevi e convertitevi.

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Leonardo Servadio

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