Il Papa ricorda don Benzi e i suoi "incontri simpatici con Cristo"

I membri della Comunità Giovanni XXIII ricevuti in udienza da papa Francesco

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La grande piaga della tossicodipendenza mette in luce da un lato la straordinaria malvagità dell’essere umano, dall’altro la sua non meno grande capacità di combatterlo e di sconfiggerlo.

Ricevendo stamattina in udienza l’Associazione Comunità Giovanni XXIII, papa Francesco ha colto nelle testimonianze dei suoi membri, storie “di  schiavitù e di liberazione” che “parlano dell’egoismo di quanti pensano di costruirsi l’esistenza sfruttando gli altri e della generosità di coloro che aiutano il prossimo a risollevarsi dal degrado materiale e morale”.

Le esperienze per cui è passata la Comunità Giovanni XXIII, “rivelano la miseria più pericolosa, causa di tutte le altre: la lontananza da Dio, la presunzione di poter fare a meno di Lui”. Ne consegue la schiavitù nei confronti della “la ricchezza materiale”, della “ricerca del potere e del piacere”, allo scopo di “asservire la vita del prossimo al conseguimento di questi obiettivi”.

La presenza del Signore, tuttavia, “segna la differenza tra la libertà del bene e la schiavitù del male, che può metterci in grado di compiere opere buone e di trarne una gioia intima, capace di irradiarsi anche su quelli che ci stanno vicino”, allargando “gli orizzonti”, risanando “i pensieri e le emozioni” e dandoci “la forza necessaria per superare difficoltà e prove”, ha spiegato il Papa.

“La fede – ha proseguito – sposta davvero le montagne dell’indifferenza e dell’apatia, del disinteresse e dello sterile ripiegamento su sé stessi”; aprendoci “la porta della carità” e “facendoci desiderare di imitare Gesù”, la fede “ci incita al bene, fornendoci il coraggio per agire sull’esempio del Buon Samaritano”.

Il Santo Padre ha poi ricordato la figura di don Oreste Benzi (1925-2007), fondatore della Comunità Giovanni XXIII, il cui “amore per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e gli abbandonati, era radicato nell’amore a Gesù crocifisso, che si è fatto povero e ultimo per noi”.

In don Benzi, ha aggiunto il Pontefice, spiccava la “coraggiosa determinazione nel dare vita a tante iniziative di condivisione in diversi Paesi” che “sgorgava dal fiducioso abbandono alla Provvidenza di Dio; scaturiva dalla fede in Cristo risorto, vivo e operante, capace di moltiplicare le poche forze e le risorse disponibili, come un tempo moltiplicò i pani e i pesci per sfamare le folle”.

Quello proposto da don Benzi, ha ricordato Francesco, era un “incontro simpatico con Cristo” rivolto a giovani e adolescenti per mostrare “in pienezza il messaggio cristiano, ma in modo gioioso e persino scherzoso”.

Nacque così la Comunità Giovanni XXIII, che la Provvidenza “ha fatto crescere, provando la vitalità del carisma del Fondatore, il quale amava ripetere – come ha detto il Responsabile generale – che ‘per stare in piedi bisogna stare in ginocchio’”.

In conclusione dell’Udienza, papa Francesco ha fatto proprio l’invito rivolto alla Comunità dal suo predecessore San Giovanni Paolo II, a curare la “formazione spirituale e l’assidua frequenza ai Sacramenti e a fare, in particolare, dell’Eucaristia il cuore delle Case-famiglia e di ogni altra attività sociale ed educativa (cfr Insegnamenti XXVII, 2, 2004, 632)”, poiché “è da un cuore colmo dell’amore di Dio che sgorga la carità per i fratelli e le sorelle.

Per leggere il testo integrale del discorso si può cliccare qui.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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