Il Ministero dell'Istruzione bandisce il gender dalla scuola

La ministra Giannini, rispondendo a un’interrogazione durante il question time in Parlamento, annuncia che d’ora in poi i genitori saranno coinvolti nell’organizzazione di iniziative per gli studenti

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Il Ministero dell’Istruzione garantisce il suo impegno affinché non si ripetano più tentativi di introdurre, con il pretesto della lotta alle discriminazioni, l’ideologia gender nelle scuole. L’annuncio è stato dato dalla stessa ministra Stefania Giannini, rispondendo, ieri alla Camera, a un’interrogazione durante il question time del deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli.

Rampelli nella sua interrogazione ha chiesto spiegazioni riguardo gli opuscoli dell’Unar, Educare alla diversità a scuola, e quelle iniziative “che stanno suscitando animate proteste da parte delle associazioni dei genitori, che, in particolare, criticano la giovane età di molti degli studenti coinvolti, nonché il fatto di non essere stati affatto coinvolti circa la decisione sull’opportunità o meno di dar luogo a tali iniziative”.

La ministra Giannini, confermando la totale estraneità del suo Dicastero alla diffusione degli opuscoli dell’Unar, ha risposto che sì “il Ministero proseguirà i progetti contro ogni forma di discriminazione nelle scuole”, ma che nell’organizzazione delle iniziative saranno coinvolti i genitori degli studenti (le cui associazioni erano state totalmente ignorate dall’Unar che, invece, si era affidato alle sole consulenze di 29 associazioni Lgtb).

 Per protestare contro la diffusione tra i banchi scolastici di testi di propaganda Lgbt, l’Associazione genitori (Age) aveva lanciato la proposta di una giornata di ritiro dei figli dalla scuola, sulla scia di quanto attuato in Francia.

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ZENIT Staff

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