"Cristo non abolisce ciò che è buono, ma lo porta a compimento"

La catechesi di papa Francesco durante l’Udienza Generale di oggi

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L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Francesco ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sul Suo recente Viaggio Apostolico nella Repubblica di Corea, in occasione della 6a Giornata della Gioventù Asiatica. 

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nei giorni scorsi ho compiuto un viaggio apostolico in Corea e oggi, insieme con voi, ringrazio il Signore per questo grande dono. Ho potuto visitare una Chiesa giovane e dinamica, fondata sulla testimonianza dei martiri e animata da spirito missionario, in un Paese dove si incontrano antiche culture asiatiche e la perenne novità del Vangelo: si incontrano entrambe.

Desidero nuovamente esprimere la mia gratitudine ai cari fratelli Vescovi della Corea, alla Signora Presidente della Repubblica, alle altre Autorità e a tutti coloro che hanno collaborato per questa mia visita.

Il significato di questo viaggio apostolico si può condensare in tre parole: memoriasperanzatestimonianza.

La Repubblica di Corea è un Paese che ha avuto un notevole e rapido sviluppo economico. I suoi abitanti sono grandi lavoratori, disciplinati, ordinati e devono mantenere la forza ereditata dai loro antenati.

In questa situazione, la Chiesa è custode della memoria e della speranza: è una famiglia spirituale in cui gli adulti trasmettono ai giovani la fiaccola della fede ricevuta dagli anziani; la memoria dei testimoni del passato diventa nuova testimonianza nel presente e speranza di futuro. In questa prospettiva si possono leggere i due eventi principali di questo viaggio: la beatificazione di 124 Martiri coreani, che si aggiungono a quelli già canonizzati 30 anni fa da san Giovanni Paolo II; e l’incontro con i giovani, in occasione della Sesta Giornata Asiatica della Gioventù.

Il giovane è sempre una persona alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere, e il Martire dà testimonianza di qualcosa, anzi, di Qualcuno per cui vale la pena dare la vita. Questa realtà è l’Amore di Dio, che ha preso carne in Gesù, il Testimone del Padre. Nei due momenti del viaggio dedicati ai giovani lo Spirito del Signore Risorto ci ha riempito di gioia e di speranza, che i giovani porteranno nei loro diversi Paesi e che faranno tanto bene!

La Chiesa in Corea custodisce anche la memoria del ruolo primario che ebbero i laici sia agli albori della fede, sia nell’opera di evangelizzazione. In quella terra, infatti, la comunità cristiana non è stata fondata da missionari, ma da un gruppo di giovani coreani della seconda metà del 1700, i quali furono affascinati da alcuni testi cristiani, li studiarono a fondo e li scelsero come regola di vita. Uno di loro fu inviato a Pechino per ricevere il Battesimo e poi questo laico battezzò a sua volta i compagni. Da quel primo nucleo si sviluppò una grande comunità, che fin dall’inizio e per circa un secolo subì violente persecuzioni, con migliaia di martiri. Dunque, la Chiesa in Corea è fondata sulla fede, sull’impegno missionario e sul martirio dei fedeli laici.

I primi cristiani coreani si proposero come modello la comunità apostolica di Gerusalemme, praticando l’amore fraterno che supera ogni differenza sociale. Perciò ho incoraggiato i cristiani di oggi ad essere generosi nella condivisione con i più poveri e gli esclusi, secondo il Vangelo di Matteo al capitolo 25: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (v. 40).

Cari fratelli, nella storia della fede in Corea si vede come Cristo non annulla le culture, non sopprime il cammino dei popoli che attraverso i secoli e i millenni cercano la verità e praticano l’amore per Dio e il prossimo. Cristo non abolisce ciò che è buono, ma lo porta avanti, lo porta a compimento.

Ciò che invece Cristo combatte e sconfigge è il maligno, che semina zizzania tra uomo e uomo, tra popolo e popolo; che genera esclusione a causa dell’idolatria del denaro; che semina il veleno del nulla nei cuori dei giovani. Questo sì, Gesù Cristo lo ha combattuto e lo ha vinto con il suo Sacrificio d’amore. E se rimaniamo in Lui, nel suo amore, anche noi, come i Martiri, possiamo vivere e testimoniare la sua vittoria. Con questa fede abbiamo pregato, e anche ora preghiamo affinché tutti i figli della terra coreana, che patiscono le conseguenze di guerre e divisioni, possano compiere un cammino di fraternità e di riconciliazione.

Questo viaggio è stato illuminato dalla festa di Maria Assunta in Cielo. Dall’alto, dove regna con Cristo, la Madre della Chiesa accompagna il cammino del popolo di Dio, sostiene i passi più faticosi, conforta quanti sono nella prova e tiene aperto l’orizzonte della speranza. Per la sua materna intercessione, il Signore benedica sempre il popolo coreano, gli doni pace e prosperità; e benedica la Chiesa che vive in quella terra, perché sia sempre feconda e piena della gioia del Vangelo.

[Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha indirizzato particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica. Saluto in lingua francese].

Saluto cordialmente i cari amici di lingua francese. In occasione del vostro pellegrinaggio a Roma, vi invito ad unirvi alla preghiera di tutta la Chiesa per quelle comunità dell’Asia che ho appena visitato, come anche per tutti i cristiani perseguitati nel mondo, particolarmente in Iraq, anche per quelle minoranze religiose non cristiane ma che anche loro sono perseguitate. Anche vorrei salutare quella bella famiglia francese che era all’entrata dell’Aula, che è venuta dalla Francia con due asinelli, i sei figli! Eccoli là, sono quelli! Sono quelli… Ma, gli asinelli non sono entrati? Grazie. Che Dio vi benedica!

[Saluto in lingua inglese]

Rivolgo un saluto affettuoso ai giovani ministranti di Malta, erano lì, bravi, eh, ecco! E li ringrazio per il fedele servizio prestato nella Basilica di San Pietro in quest’ultimo mese. Su tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Regno Unito e Giappone, invoco la gioia e la pace del Signore Gesù. Dio vi benedica!

[Saluto in lingua tedesca]

Sono lieto di accogliere i pellegrini di lingua tedesca presenti a quest’Udienza. Portate i miei saluti anche ai tanti coreani che vivono in Germania, Austria e Svizzera. Possiamo imparare gli uni dagli altri e sostenerci nella fede. Fiduciosi preghiamo Dio affinché il popolo di Corea, che patisce le conseguenze delle guerre e divisioni, possa compiere un cammino di piena riconciliazione. Auguro a tutti voi un buon soggiorno a Roma.

[Saluto in lingua portoghese]

Saluto cordialmente i pellegrini di lingua portoghese, in particolare il gruppo di Vilar de Andorinho. Il mio viaggio in Corea è stato illuminato dalla festa di Maria Assunta in Cielo: dall’Alto, dove regna con Cristo, la Madre della Chiesa conforta quanti sono nella prova e tiene aperto l’orizzonte della speranza. Nell’affidare voi e le vostre famiglie alla sua protezione, invoco su tutti la Benedizione di Dio.

[Saluto in lingua polacca]

Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Cari fratelli e sorelle, mentre ringrazio il Signore per il dono dell’incontro con il popolo coreano e con i giovani dell’Asia, vado avanti con il pensiero verso l’incontro con i giovani del mondo che – a Dio piacendo – si svolgerà a Cracovia. Prego affinché i preparativi alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù siano per tutti un’occasione per l’approfondimento della fede, della speranza e dell’amore. Ringrazio tutti i giovani
che, nel periodo delle vacanze, in diverse comunità svolgono gli esercizi spirituali o i pellegrinaggi, per gli auguri, le espressioni di affetto e le preghiere secondo le mie intenzioni. Affido tutti alla protezione della Beatissima Madre di Dio e benedico di cuore.

[Saluto in lingua italiana]

Cari pellegrini di lingua italiana: benvenuti! Sono lieto di accogliere la Famiglia missionaria Donum Dei e i partecipanti al pellegrinaggio in canoa della Lega Navale Italiana da Loreto a San Pietro. Oggi, in questa Udienza, ci sono due gruppi coraggiosi: questi che sono venuti in canoa da Loreto e i francesi che sono arrivati con gli asinelli. Complimenti a questi due gruppi coraggiosi! Saluto i gruppi parrocchiali; le Associazioni e le famiglie partecipanti alla terza Marcia francescana dalla Sicilia ad Assisi. A tutti auguro che questo incontro susciti un rinnovato impegno in favore della pace e della solidarietà verso i più bisognosi. Vi ringrazio anche per le preghiere e per le condoglianze per quello che è accaduto nella mia famiglia. Anche il Papa ha una famiglia. Noi eravamo cinque fratelli; ho sedici nipoti e uno questi nipoti ha avuto un incidente stradale: è morta la moglie, i due figli piccoli di due anni uno e di pochi mesi l’altro, e lui in questo momento è in stato critico. Vi ringrazio tanto, tanto delle condoglianze e della preghiera.

Un particolare pensiero rivolgo ai giovani, specialmente quelli delle Diocesi di San Miniato e Livorno, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi celebriamo la memoria liturgica di San Bernardo, abate e dottore della Chiesa. Il suo amore alla Madonna, definita Stella maris, ispiri la vita cristiana di ciascuno: impariamo a guardare e ad invocare Maria per non essere mai vinti dal peccato e poter vivere dei frutti della grazia donataci dal suo Figlio Gesù.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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