Lettura

Una genia di ribellialla volontà di Dio:tale si è mostrata quella parte di umanità che, nel secolo scorso, ha potuto permettere i campi di concentramento e di sterminio. In quelli nazisti, furono sistematicamente distrutti tantissimi ebrei, zingari, neri, omosessuali, dementi e portatori di handicap. Con loro veniva calpestata l’intera dignità umana. Ad Auschwitz, tuttavia, c’erano anche uomini e donne di fede, come Massimiliano Kolbe, frate francescano polacco, pronto a dare la sua vita al posto di un papà: quello fu il debito da pagare agli ingiusti aguzzini. Domandiamoci: se un mio fratello facesse delle ingiustizie contro di me, saprei mai perdonargli fino a rinunciare a qualcosa di me? 

Meditazione

Alla domanda di Pietro circa il perdono, ancora troppo spostata sul piano della quantità (quante volte dovrò perdonare chi ha commesso delle colpe contro di me?), Gesù risponde con una delle sue parabole. In tal modo, apre il cuore alla qualità genuina della vita morale, sia individuale che sociale. Da un lato, la pazienza invocata da tutti coloro che devono restituire un debito; dall’altro, la spietatezza di chi, avendo già ottenuto il condono del proprio debito, non è capace di perdonare. Su tutta la scena vigila il padrone, che dovrà “regolare i conti”: simbolo dell’Altissimo, il Misericordioso con chi è misericordioso, il Giusto con chi non sa perdonare di cuore. Immagini e discorsi duri e taglienti, che il Maestro pronuncia nella regione che chiamavano Galilea delle genti, frequentata da persone di tutte le culture e di tutte le fedi, quasi a voler ribadire il dovere di perdonare. Prim’ancora che una norma religiosa o un decreto dell’Altissimo, il perdono è lo stile tipico di chi sa mettere al primo posto la dignità umana. Essa risplende in ogni essere umano, seppur debole e maltrattato; anzi, fa apparire il volto stesso di Dio. L’altro è sempre un fratello, mai un nemico, mai uno che ci deve qualcosa. Quanti debiti avremmo da pagare a Dio, per il male gratuito o per errori ed offese commesse… Mettiamoci in grado di perdonare e di ottenere dall’Altissimo il perdono del male commesso nel nostro quotidiano. Non possiamo chiudere i nostri occhi e le nostre orecchie al grido dei profeti, che ci parlano a nome di Dio e ci mostrano i simboli delle smisurate esigenze di perdono tipiche del Regno di Dio (il settanta volte sette è divenuto proverbiale!).

Preghiera

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Concedimi, Padre, lo stile del perdono, non soltanto nelle mie relazioni familiari e amicali, ma anche nei rapporti con ogni persona che mi sarà dato d’incontrare oggi.

Agire

I Santi riproducono in sé i lineamenti di Cristo. Voglio farlo anch’io nella mia giornata, consapevole che la “gioia di Dio è perdonare” (Papa Francesco, Angelus, 15 settembre 2013). 

Meditazione del giorno a cura dimonsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it