Lettura

Acqua fresca e dissetante, cibi buoni e ben preparati, poter mangiare a sazietà: immagini gioiose fin dalla prima lettura, in questa domenica d’agosto che, per molti, è periodo di ferie, di riposo, di ritrovamento delle relazioni familiari e amicali, anche di pasti condivisi. Il feeling che si è creato tra la folla e il Maestro spinge a seguirlo dovunque egli si porti, anche col rischio di restare sfiniti e senza occasioni per rifocillarsi. Il racconto dell’Evangelista ha tutti gli ingredienti per uno dei più bei segni del Nazareno, compiuto a vantaggio di coloro che lo ascoltano. 

Meditazione

I discepoli, sul far della sera, si accorgono che la gente avrebbe ormai bisogno di andare nei villaggi vicini, per comprarsi da mangiare e da bere. Hanno seguito il Maestro senza sosta per l’intera giornata. Si può vivere di sole parole, oppure bisogna procurarsi il pane, come suggeriscono? Il Maestro disarma i suoi, invitandoli a dare essi stessi da mangiare; obiettano di avere, tutt’al più, appena il necessario. Il loro è uno sguardo  realistico e umano, mentre quello di Gesù è uno sguardo lungo, che sa elevarsi, dalle basse esigenze umane, fino al cielo. Un atteggiamento dettato dall’unione di Gesù col Padre e dalla sua tenerezza e compassione per  la folla, che  si mostra assetata delle sue Parole, più ancora che di acqua; affamata dei valori divini, più ancora che di pane e di pesci. «Gesù sente i nostri problemi, sente le nostre debolezze, sente i nostri bisogni. Di fronte a quei cinque pani, Gesù pensa: ecco la provvidenza! Da questo poco, Dio può tirar fuori il necessario per tutti» (Papa Francesco, Angelus, 2 giugno 2013). Non saranno la fame, la sete, la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la nudità, il pericolo, la spada – neppure la morte! – a separarci dall’amore per la parola di Cristo. Sì, non di solo pane vive l’essere umano. Il gesto miracoloso della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che sfama a sazietà una folla numerosissima di uomini, donne e bambini, ci ricorda che l’amore vero sazia sempre perché, prima di pensare a sé, fa pensare agli altri e alle loro esigenze. Il pane condiviso si moltiplica senza fine, meravigliosamente, come cresce e si moltiplica qualunque amore vero. Il tempo del riposo, per chi può, è tempo opportuno per amare e condividere amore. 

Preghiera

Signore e Maestro, convertici alla fede nella Provvidenza; insegnaci a saper condividere il poco che siamo e che abbiamo, soprattutto a non chiuderci mai in noi stessi senza vedere i bisogni degli altri. Ogni volta che riusciamo a nutrirci, fa’ che non dimentichiamo mai il boccone da destinare al povero, che aspetta.

Agire

«L’Opera non richiede altro che un boccone di quella provvidenza che il Signore largisce», anche «tutto ciò che di inservibile possa trovarsi nella famiglia» (beato Giacomo Cusmano). Agire! 

Meditazione del giorno a cura dimonsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it