A Roma il cuore della Chiesa

Cosa può sentire un giovane arrivando nella Città Eterna?

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Cosa può sentire un giovane arrivando nella ‘Città Eterna’? E’ una domanda che mi sono posto prima di arrivare a Roma. Ero un cristiano e ora sono un vero cattolico? Avevo un cuore che batteva in unisono con la dimensione universale della Chiesa? Arrivando a Roma, due dimensioni della Chiesa – che si possono porre come evidenti – mi hanno toccato in modo particolare: l’amore di e per la Chiesa e il suo universalismo.

Dio disceso sulla terra, sposando la natura umana, è venuto per riunire quelli che erano persi, quelli che erano morti. Dio è venuto per i piccoli, i semplici, i peccatori. Ecco la Chiesa cattolica! Ecco quello che un giovane cristiano può (ri)scoprire arrivando a Roma! È questo cuore, semplice e vivente che si sente battere in questa città. Un cuore che palpita insieme all’intero corpo della Chiesa!

Nell’epistola agli Efesini, San Paolo ci dice: «Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, affin di santificarla (…), affin di far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza macchia». Scoprendo e imparando ad amare la sposa, l’amore dello sposo cresce! È proprio quello che un giovane può trovare in questa città.

Sarebbe ingenuo affermare che tutto a Roma approssima di Dio. Più che ingenuo, sarebbe falso! Santa Teresa, in tempo suo parlava già di tutte le tentazioni che ci aveva trovato… Ma, come in quel tempo, si sente anche una prossimità col Cielo.

A Roma c’è il Papa! Forse la conoscenza del pontefice è l’esperienza più forte per un giovane cattolico che arriva nella Città Eterna… Anche in mezzo alle nostre comunità cristiane, ad esempio in Francia, l’amore per il Papa è talvolta tiepido e in alcuni casi assente.

I nostri sacerdoti devono amare – e far amare – il Santo Padre! Quanti sono le bugie, le calunnie, le malevolenze che si possono ascoltare sulla persona del Vicario di Cristo, anche presso le nostre comunità giovanili e parrocchiali!

Il Cristo ci ha offerto la Chiesa come Madre, come via reale verso di Lui. Come può un cristiano privarsi della Sposa per approssimarsi allo Sposo? Privarsi della Madre per amare il Padre?

Proprio in occasione dell’anno della fede, quanto è grande scoprire la ricchezza di essere prossimo alla fonte! Se la diffusione della luce della Chiesa è universale, appare evidente che la prossimità alla fonte di emissione fa comprendere quanto è potente pur di fronte alla tiepidezza dei Cristiani. Accanto alla fonte la luce purissima penetra ogni oscurità. Allontanandosi dalla fonte però la luce sembra svanire.

Utilizzando la parabola del Sale della Terra e della Luce del Mondo, il Beato Giovanni Paolo II parlava ai giovani in questi termini prima della Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto, nel 2002: «Come sale della terra, siete chiamati a conservare la fede che avete ricevuto e a trasmetterla intatta agli altri. La vostra generazione è posta con particolare forza di fronte alla sfida di mantenere integro il deposito della fede».

Però, se la dimensione del cuore è particolarmente presente per un giovane che arriva a Roma, quella del corpo non è assente.

La comunità-corpo, pietra angolare della Chiesa, è pietra vivente</em> della Chiesa romana! Il giovane cristiano che arriva a Roma è colpito del numero e dalla vivacità delle attività proposte da una diocesi atipica come quella capitolina!

Si sente particolarmente e si può toccare questa dimensione della Chiesa-assemblea, della Chiesa cattolica (katholikos).

Un bell’esempio di questo è stato il 35esimo incontro europeo della Communità di Taizé, organizzata a Roma dal 28 dicembre al 2 gennaio.

Decine di migliaia di giovani dell’intera Europa si sono riuniti, e hanno formato un solo corpo, in una comunione che sembrava unire e coinvolgere ognuno, senz’escludere nessuno. Ecco la Chiesa!

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Clément Hernandez

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