di Sabrina Pietrangeli
ROMA, venerdì, 21 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Con questo articolo inizia una nuova rubrica di ZENIT, La Quercia Millenaria, la quale sarà curata da Sabrina Pietrangeli.
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Una donna sui quaranta, minuta, delicata, radiosa… una donna che ha già combattuto diverse battaglie: la morte di suo marito ad esempio, per una brutta malattia.
Due giovani ragazzi di 11 e 15 anni da crescere.
Poi, dopo un pò di tempo, di nuovo l’amore, regalo splendido. Un uomo solo, solo da tanto, che sembrava attendere solo lei: la promessa di nuova felicità, di un futuro. Un altro matrimonio consacrato dinanzi a Dio, una nuova vita in cui anche i ragazzi, coinvolti nella gioia e con gradualità, stanno bene dentro.
Una nuova gravidanza, altra gioia… poi la diagnosi di una malformazione letale, la scelta di accogliere comunque quel fagottino rosa. Quattro mesi di attesa, alternando sofferenze, speranze, rassegnazione.
Ed eccoci qua, nella sala parto. Tre giorni fa la tua piccola non si muoveva da troppe ore. Il controllo ecografico ha confermato quello che il tuo cuore già sapeva: la tua piccola si è spenta cullata dal battito del tuo cuore, dal calore del tuo ventre.
Ed ora stai per darla alla luce, ed io sono con te… mi cerchi con lo sguardo. Non sono un medico, eppure riesco a darti così tanta sicurezza. Ti vedi contornata da fili, teli, persone in camice verde. Mi chiami. “Sono qui”, ti rispondo… “appena ti sistemano mi metto accanto a te”.
L’intervento del cesareo ha inizio e tu mi dici “fammi chiacchierare, così non ci penso”. E siamo noi due le animatrici di questo strano palcoscenico, la sala operatoria. I medici fanno fatica a credere che tu, così sorridente e pacata, stia per dare alla luce una bambina già senza vita.
Come si fa a sopravvivere alla propria creatura? Quanta fede occorre per accettare un disegno che la maggior parte delle persone vede talmente crudele e privo di senso, che si scapicolla ad interrompere una gravidanza di cui si sa già l’esito?
Ogni tanto ci guardano stralunati, e noi che spaziamo tra le chiacchiere sulla politica “ma tu chi voti quest’anno??”, e la zuppa di pesce che da troppi mesi premeditiamo di mangiare insieme, nella tua città così vicina al mare.
E poi la discrezione delle ostetriche, il tuo fagottino rosa che esce e va nella stanza accanto e noi neppure ce ne accorgiamo. E una volta finito tutto, il tuo incontro con lei. Un visino particolare, insolito, ma il tuo sguardo non cambia: è quello di una madre che ha dato la vita per la propria creatura, fino alla fine.
“E’ carina, vero?”. “Si, è carina. E tu sei bellissima in questo momento”. Questa piccola ha conosciuto solo amore. Poi l’incontro con i suoi fratelli. Tu non esiti, vuoi che loro la vedano, senti che ce la faranno ed io te lo confermo dicendoti che loro cercheranno i tuoi occhi per capire come guardare la loro sorellina speciale.
E tutto viene fatto con estrema naturalezza… orgogliosi, si fanno fotografare accanto a lei. E’ ciò che avranno per tutta la loro vita: una foto con la loro principessa tutta rosa.
Mi trattengo ancora un pò, poi è tempo di andar via… e porto con me il sapore di una vita che sa tanto di eternità. La cosa che riluce più violenta di tutte dinanzi alla morte di un innocente, è proprio la vita.
E’ di vita, che parlano questi piccoli così tanto amati da essere accompagnati fino alla fine in un viaggio che dona più che togliere… ogni dubbio sull’esistenza di Dio svanisce, perchè un tale sorriso di pace sul volto di una madre che stringe a sè la sua creatura senza vita, parla di un Dio vivo oggi, presente nella storia, di un Dio che dona forza e consolazione.
E’ Natale. Anche per questa famiglia… è Natale perchè la vita è nata nei loro cuori. Ed è una vita eterna.
*Sabrina Pietrangeli è la presidente de “La Quercia Millenaria” associazione Onlus che sostiene le coppie in attesa di un bambino portatore di malformazioni, offrendo consulenze, diagnosi, terapia fetale e materna.
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