Il Sinodo della Chiesa ortodossa russa in preghiera per l'Ucraina

Il 30 maggio scorso, a San Pietroburgo, l’apertura dei lavori. Il Patriarca di Mosca Kirill: “Non si può rimanere calmi e senza preoccupazione di fronte alla vera sofferenza”

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Nella storica cornice del palazzo del Sacro Sinodo di San Pietroburgo, si è aperta lo scorso 30 maggio la riunione del Sacro Sinodo della Chiesa ortodossa russa, sotto la presidenza di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Rus’, Kirill.

Proprio il Patriarca ha dato il via ai lavori rivolgendo ai membri del Sacro Sinodo un breve discorso, riportato dal sito ufficiale della Chiesa ortodossa russa. “Proviamo sempre una sensazione speciale tra queste mura, perché le pareti stesse testimoniano la successione vivente – ha esordito Kirill – ovunque sia il centro della Chiesa, se a Kiev, Vladimir, Mosca, San Pietroburgo, tutti questi luoghi geografici, come la Chiesa nella sua totalità, nella sua unità nelle vaste distese dell’Eurasia, testimoniano la sua missione secondo quanto ha insegnato il Signore Gesù Cristo per mezzo dei Santi Apostoli”.

“La fedeltà ai principi della vita della Chiesa”, “tramandati dal passato” e “benedetti dalla pratica storica della Chiesa”, è probabilmente “il fattore più importante per l’adozione di talune decisioni da parte della Chiesa”, ha proseguito il Patriarca di Mosca. “Il Signore – ha aggiunto – ci guida attraverso varie prove. E noi sappiamo che sia le discordie interne che le circostanze esterne avverse – di natura ideologica, come è accaduto nel nostro recente passato, di natura politica, che sono dinanzi a noi oggi – devono rimanere sempre al di fuori”. L’obiettivo è quindi quello “di mantenere la fede ortodossa e trasmettere questa fede al nostro popolo e di essere guidati nell’attività della Chiesa esclusivamente dalla fede per la comprensione della volontà di Dio in ogni momento”.

Ciò, ha precisato Kirill, “richiede che noi manteniamo una certa distanza dai fattori esterni”, anche e soprattutto “per mantenere la libertà interiore nelle nostre azioni”, “come fecero i nostri padri anche in tempi di gravi persecuzioni”.

All’ordine del giorno del Sacro Sinodo sono state prese, dunque, le questioni attuali e la creazione di nuove diocesi, con l’elezione di nuovi vescovi. Due impegni che hanno “rafforzato” la vita della Chiesa ortodossa russa. “Questo lavoro è estremamente importante”, ha infatti sottolineato Kirill, annunciando il successivo colloquio con i candidati al ministero episcopale in modo da prendere una decisione sulla loro elezione.

Sua Santità ha poi accolto il locum tenens della sede metropolitana di Kiev, il metropolita Onufrij di Chernovtsy e Bucovina. Rivolgendosi a lui, ha detto: “Siamo molto lieti, Eminenza, di avervi con noi oggi. Sappiamo che il Signore vi ha chiamato a questo servizio in un momento molto difficile, anche se nella Chiesa momenti meno difficili non ci sono mai. Noi crediamo che voi, come uomo di profonda fede e reso forte dalla tradizione monastica, sarete in grado, nonostante la complessità delle circostanze, di prendere le decisioni necessarie per il bene del popolo fedele dell’Ucraina”.

Inoltre, ha soggiunto il Primate della Chiesa ortodossa russa, “vorrei dirvi che noi tutti vi siamo vicini e vi sosteniamo. E a volte penso: quando trascorriamo un periodo relativamente tranquillo ringraziamo Dio per questo momento della propria vita, ma allo stesso tempo quando vediamo la sofferenza che oggi sta subendo il popolo ucraino, anche quei momenti di tranquillità ci appaiono lontani. Non si può rimanere completamente calmi e senza preoccupazione di fronte alla vera sofferenza”.

Il Patriarca ha quindi assicurato al metropolita Onufrij che “noi tutti preghiamo e lavoriamo per la nostra Chiesa, che ha la prima responsabilità per la salute spirituale del popolo ortodosso ucraino, affinché non cada, non compia passi sbagliati, non commetta errori, ma mantenga la sua capacità di pacificare i cuori delle persone”.

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ZENIT Staff

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