La fiamma dei Carabinieri arde nella verità e nel servizio

Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, ha invitato i Carabinieri, in occasione della Messa per il bicentenario della nascita dell’Arma, ad affrontare queste sfide “con Gesù”

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Verità e servizio. Sono queste le due sfide che mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia, ha indicato alle decine di migliaia di Carabinieri che stamattina hanno gremito piazza San Pietro per assistere alla Messa e all’incontro con papa Francesco, in occasione del bicentenario della fondazione dell’Arma.

Prendendo spunto dalla prima Lettura di oggi, tratta dagli Atti degli Apostoli, il Vescovo ha parlato della figura di San Paolo, “uomo della verità”, di cui “ne fa esperienza, l’annuncia con la parola, la realizza con le scelte di vita, la difende affrontando sofferenze, persecuzioni, prigione, morte”. Oggi, è necessario possedere quello stesso coraggio dell’apostolo per fronteggiare quel “potere di corruzione” generato dal “relativismo” e dal “soggettivismo” che contaminano la società.

“Pensiamoci bene – ha chiesto mons. Marcianò -: non è forse a servizio della verità e contro ogni corruzione che nasceva, duecento anni fa, l’Arma dei Carabinieri?”. Verità che è “fondamento della giustizia” e della quale sono custodi anche i Carabinieri. Di quella “che fa parte dell’ordine, della sicurezza, e si costruisce con il quotidiano lavoro dei Carabinieri nelle nostre Stazioni, anche le più piccole, sparse per tutto il territorio nazionale e vicine alla gente”.

L’Arma è custode anche di altre verità. Di quella “scientifica”, che richiede l’impegno investigativo in indagini criminali o la perizia di smascherare contraffazioni e inquinamenti. C’è, ancora – ha aggiunto il presule – “una verità che si configura come lotta alla menzogna di governi che opprimono, regimi che ledono la libertà, guerre che occultano le loro atrocità, comunità – persino famiglie – diventate più soffocanti di prigioni”.

Infine, mons. Marcianò ha rimarcato una verità “più profonda”, iscritta “nel cuore di ogni uomo”, la quale “ci obbliga ad andare oltre le apparenze e i giudizi facili, invitandoci sempre a dare alla persona possibilità di riscatto, recupero, rinascita”.

Il vescovo ha dunque ricordato quanti, tra i Carabinieri, hanno testimoniato la verità anche a costo della vita. Un sacrificio cui “si arriva per difendere quello che è il principio stesso della verità: la dignità inviolabile della vita e della persona umana”. In tal senso, mons. Marcianò ha ricordato “il commovente sacrificio di Salvo D’Acquisto”.

La sua omelia è poi proseguita prendendo spunto dal Vangelo del giorno, nel quale si consuma il dialogo nel quale Gesù chiede per tre volte a Pietro se lo ama più degli altri apostoli. Il presule ha rimarcato che da questo momento cruciale delle Scritture Pietro diventa “l’uomo del servizio”.

Servizio – ha dunque aggiunto – che è “il compito di tutti i Carabinieri”. La sfida del servizio è la “sfida più importante” poiché viviamo “in un tempo in cui la gratuità, la disponibilità, la custodia, sono valori disprezzati e considerati ostacolo al consumismo e alla produttività esasperata, cioè a quelle distorsioni che corrompono il senso della società e persino dell’economia”.

Mons. Marcianò ha definito “interessante” rilevare come Pietro usa un verbo “più debole” – ossia “ti voglio bene” – per rispondere alla domanda di Gesù, “mi ami?”. “Egli saprà dire ‘Ti amo’ solo quando avrà iniziato a pascere, cioè a servire”, ha spiegato. Pertanto, la riflessione del vescovo, “bisogna amare per servire e bisogna servire per capire veramente cosa significhi amare”.

Un impegno che porterà Pietro ad assumere “un lavoro che non entusiasma” nonché “un incarico ad alto rischio” e infine “un sacrificio estremo”. Si tratta dunque di una sfida impervia, alla quale si può rispondere soltanto “con Gesù”, ha indicato mons. Marcianò.

Il vescovo ha quindi invitato ad “andare al cuore”, come insegna San Paolo “che diventa uomo di servizio crescendo nell’amore di Gesù”. Nella sua esortazione finale, mons. Marcianò ha perciò esclamato: “Non vi accontentate, mai, di una verità legalista o di un servizio formale: andate al cuore!”.

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Federico Cenci

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