Repubblica del Congo: è ancora emergenza per le bambine accusate di stregoneria

Numerose le giovani abbandonate dalla famiglia e buttate per strada per questa grave usanza. Per loro attivo da anni il centro accoglienza di Ek’Abana che finora ha salvato la vita a circa 200 minori

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Bambine perseguitate e buttate per strada perché accusate di essere streghe dai poteri occulti, responsabili di disgrazie familiari. Accade anche questo, nel 2014, in un paese come la Repubblica Democratica del Congo, segnato da una dilagante povertà e da una diffusa superstizione.

A rimetterci sono piccole donne innocenti, vittime di una grave usanza che, nel peggiore dei casi, può causare anche la morte. Per loro è ormai attivo da anni il Movimento Lotta Fame nel Mondo (MLFM), il quale sostiene il centro di accoglienza di Ek’Abana, nella diocesi di Bukavu. Tra gli obiettivi primari del Centro, riferisce l’agenzia Fides, ci sono quelli di assicurare alle bambine un contesto comunitario, ma familiare, fondato sulla comprensione, sulla fiducia in loro stesse, sull’affetto; aiutarle a vivere con responsabilità e libertà, per sentirsi protagoniste del loro futuro; aiutarle a riscoprire le loro qualità e le proprie capacità.

Il Centro si prodiga anche a sostenere le giovani nello studio e avviare per le più grandi di loro percorsi formativi lavorativi affinché, una volta fuori dal centro, possano trovare un’occupazione; si occupa poi di avviare un percorso di mediazione familiare affinché le piccole possano essere nuovamente accolte a casa, dove possibile, con maggiore consapevolezza da parte della famiglia d’origine. 

La struttura si è evoluta negli anni per far fronte alla necessità di accogliere sempre più minori abbandonati. In ogni caso, l’accusa di stregoneria non è l’unica causa di abbandono dal momento che il Foyer accoglie e segue bambini con ritardo mentale o i cui familiari non sono in grado di permettere loro di crescere.

Pensato per ospitare nove bambine, nel tempo il Centro ha accolto oltre 200 minori, tanto da doversi dotare di un fabbricato centrale, di nuovi posti letto, di una sala polivalente per le attività terapeutiche, ludiche e aggregative, di una biblioteca aperta anche alla comunità locale e non solo alle piccole del centro.

(S.C.)

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ZENIT Staff

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