Vangelo
Mt 7,21.24-27
Lettura
Nel “Discorso della Montagna” (Mt 5-7) Gesù ha parlato alle folle del Regno dei cieli e, a conclusione di questo lungo insegnamento, spiega che, per entrare nel Regno dei cieli, non è sufficiente dire «Signore, Signore», ma occorre impegnarsi concretamente a fare la volontà del Padre che è nei cieli. Gesù termina il discorso con la doppia immagine dell’uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia e dello stolto che costruisce la sua casa sulla sabbia, per indicare come non basti limitarsi a un vuoto ascolto delle sue parole, ma è necessario tradurle in pratica nella vita.
Meditazione
Ogni giorno noi cristiani ripetiamo la preghiera del Padre nostro, la preghiera con la quale Gesù ci ha insegnato a rivolgerci al Padre, chiedendogli che sia santificato il suo nome, che venga il suo Regno, che sia fatta la sua volontà (cfr. Mt 6,9-10). Spesso, però, pronunciamo queste parole con un senso di passiva rassegnazione, come se dire “sia fatta la volontà di Dio” equivalesse ad abbandonarsi a un destino che deve compiersi, senza nulla potere. In realtà, il Vangelo oggi ci insegna, in un solo versetto che sembra riassumere il Padre nostro (v. 21), che il Regno dei cieli è aperto a chi fa la volontà del Padre. Ma qual è questa volontà del Padre celeste? Il Vangelo ce lo spiega al v. 24, in cui Gesù riprende con un “perciò”: perciò, per fare questo, cioè per fare la volontà di Dio, «chiunque ascolta queste mie parole…». Sono le parole di Gesù sulla terra a svelare il mistero della volontà del Padre che è nei cieli. Non a caso, questo insegnamento è la conclusione dell’intero discorso della montagna, e dunque va inteso riferito a tutto quanto Gesù ha insegnato alle folle. Dunque è aperto a «chiunque», non solo ai discepoli. Particolare risalto è dato al verbo “fare” (in greco poiein): chiunque ascolta le parole di Gesù, ma non le fa (poiein), cioè non le mette in pratica, è paragonato a un uomo stolto; al contrario, chiunque ascolta le parole di Gesù e le fa (poiein), colui che fa la volontà del Padre che è nei cieli, è simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia della fede. Una religiosità basata su un vuoto ascolto della Parola, senza che questa diventi vita, una religiosità che si limiti a dire «Signore, Signore», senza tradursi in un “fare” concreto, è solo una casa costruita sulla sabbia.
Preghiera
Signore, fa’ che non siamo di quelli che vanno ripetendo i tuoi decreti e hanno sempre in bocca la tua alleanza, ma hanno in odio la tua disciplina e le tue parole se le gettano alle spalle; fa’ che siamo di quelli che ti offrono il sacrificio di lode e che camminano per la retta via dei tuoi comandi (cfr. Sal 50,16-17.23).
Agire
Ripeterò più volte «Sia fatta la tua volontà», offrendo le azioni di questa giornata e rimettendole nelle mani del Signore.
Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it