Uva e torchio

Solo i santi sono uomini maturi: percorrono la strada di Colui che, per essere l’amore, ha sposato il torchio

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Rimani spesso pensieroso, sconcertato e alle volte indignato di fronte ad avvenimenti o ad atteggiamenti del prossimo tanto assurdi da lasciarti senza respiro.

Quanta serenità ispira invece la vita dei santi, di quei cristiani, cioè, che sono entrati nell’ottica del vangelo. Gente che respira al ritmo delle quattordici opere di misericordia. Non lasciano respiro al proprio io.

Sorridere a chi tiene il muso; non entrare in chiesa se prima non hai perdonato; programmare l’orario della tua giornata sulle necessità del prossimo; pregare per chi ti maltratta;  preferire la compagnia del più antipatico; fare della propria carrozzella di paraplegico il pulpito del sorriso…

Tutta una litania di vittorie riportate sull’uomo vecchio, da persone che non danno respiro al proprio io che, unico nemico dell’amore, va combattuto, condannato e annientato.

Di fronte ad esse il mio pensiero, la mia fantasia corrono al rapporto che intercorre tra l’uva e il torchio.

L’una è fatta per l’altro. L’uno non ha senso senza l’altra. Ma che maniere di trattarsi. Assurde. Appena l’uva tocca il torchio, se ne sente stritolare, soffocare, annientare. Il torchio appena avvolge l’uva la dilania, la maltratta.

Il loro dolore-amore è fatto così. Mai l’uva è sfiorata dalla pretesa egoistica d’una dolce carezza dal torchio. Ma appena si concede al torchio, compie, matura la sua vocazione, fa sua la felicità di chi la gusta.

Solo i santi sono uomini maturi: percorrono la strada di Colui che, per essere l’amore, ha sposato il torchio.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.

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Andrea Panont

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