Vangelo
Mt 18,12-14
Lettura
La celebre parabola della pecora smarrita s’inserisce nel contesto del cosiddetto “discorso comunitario” (cap. 18) del Vangelo secondo Matteo. Il discorso, rivolto ai membri della prima comunità cristiana, ha come scopo quello di indicare quali siano gli atteggiamenti fondamentali che devono regolare i rapporti all’interno della comunità. Matteo colloca questa parabola subito dopo l’insegnamento circa l’importanza di porre al centro i piccoli e di evitare di scandalizzarli. Dio non vuole che si perda neanche uno di questi piccoli, ed è pronto a cercarlo anche a costo di lasciare novantanove pecore sui monti.
Meditazione
Oggi il Vangelo ci pone una domanda: cosa ne pensiamo (“cosa vi pare?”) di un uomo che lascia novantanove pecore incustodite per andare a cercare, se riesce a trovarla, quella che si è smarrita? Basandoci semplicemente su criteri di convenienza, diremmo che il rischio non vale l’impresa. Ma evidentemente la prospettiva evangelica è molto diversa. A cosa si riferisce Gesù con questa parabola? Chi è quell’uomo, chi è la pecora smarrita e chi sono le novantanove che restano sui monti? Nel linguaggio biblico, il gregge di pecore è sempre immagine del popolo di Dio, e il contesto del discorso comunitario del capitolo 18 di Matteo, in cui questa parabola è inserita, rende evidente che si tratta della comunità cristiana. All’interno della comunità, l’immagine della pecora smarrita va compresa con il riferimento ai “piccoli”, che compare all’inizio del capitolo e alla fine della parabola: all’inizio del capitolo, i discepoli avevano chiesto a Gesù chi fosse il più grande nel regno dei cieli, e Gesù risponde ponendo al centro un bambino e dicendo che il più grande nel Regno dei cieli è colui che diventa piccolo come quel bambino. Subito dopo annuncia guai a coloro che nella comunità scandalizzano, cioè fanno inciampare e cadere, i piccoli nella fede. Questo è il significato dell’immagine della pecora smarrita: uno di questi piccoli che si è allontanato dal gregge per colpa di uno dei membri della comunità. Non si è allontanato per propria negligenza, ma è smarrito a causa degli scandali causati da qualcun altro. È dunque impensabile che, nella comunità, ci sia disinteresse verso coloro che si sono smarriti, perché «così è la volontà del Padre». Deve esserci sempre “un uomo”, e non necessariamente il pastore, che nella comunità si preoccupi di cercare gli smarriti.
Preghiera
«Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me» (Sal 23,4). Signore, che sei venuto a salvare ciò che era perduto, fa’ che non ci allontaniamo da te, vagando e smarrendoci per vie che non sono le tue, ma conservaci tutti nell’unità.
Agire
Cercherò di riparare con parole o gesti a qualcosa per cui io o altri abbiamo creato divisione e, forse, allontanato qualcuno.
Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it