Flywheel: un film che porta sulla buona strada

Un abile venditore di macchine usate scopre che cercare di guadagnare il più possibile non conduce alla felicità, che si raggiunge solo prendendosi cura dei familiari, lavorando onestamente e pregando il Signore

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Jay Austin è titolare di un salone di vendite usate. E’ molto persuasivo nei confronti dei clienti e riesce a vendere le sue macchine a un prezzo superiore al dovuto. Tutto preso nel suo lavoro e nei suoi conti (ha un grosso prestito bancario che non riesce a restituire) trascura la famiglia e in particolare suo figlio. Ma un giorno…

Flywheel è il volano: senza di esso il motore non può collegarsi all’albero di trasmissione e consentire alla macchina di muoversi. Quindi a camminare lungo le vie del Signore, secondo la metafora del film: la fede è proprio l’elemento mancante che ci consente di procedere sulla retta via.

Il film racconta un caso di conversione da una angolatura interessante: narra la storia di un piccolo imprenditore, rivenditore di auto usate, sposato con un figlio, che decide di diventare  un buon cristiano comportandosi in modo onesto ed offrendo a Dio l’apparente banalità della sua vita quotidiana, familiare e lavorativa.

Jay  è un abile venditore ma utilizza questa dote per ricavare il massimo profitto dalle sue vendite, non denunciando i problemi che la macchina ha avuto in passato. E’ stato temerario nei suoi investimenti ed ora si trova con un debito bancario che non riesce a onorare.

Sappiamo anche che è in rotta di collisione con i suoi genitori perché è stato un ragazzo ribelle che ha sempre voluto fare a modo suo. Questa sua continua preoccupazione per il guadagno non lo rende felice e finisce per trascurare la famiglia. La moglie, cristiana devota, lo pungola continuamente. Jay non è una persona cattiva ma ritiene logico che il suo impegno predominante sia fare il massimo dei profitti possibile; si reca a messa la domenica (probabilmente una chiesa battista) ma  lo fa più per accondiscendere a sua moglie che per reale convinzione.

Alla fine, confidando la sua insoddisfazione a un amico,  il vecchio meccanico dell’officina,  Jay comprende qual è la via da seguire: riconciliarsi con Dio e comportarsi onestamente.

Nel salotto di casa, in un momento in cui è solo, si inginocchia a pregare e da quel momento inizia a rendere manifesta la sua conversione: chiede perdono a sua moglie e a suo padre, passa più tempo con il figlio, decide di praticare prezzi onesti,offre la sua azienda al Signore. Non tutti i problemi si risolvono e resta il grosso debito da pagare.

E’ questo il momento in cui il film si avvicina di più al classico La vita è meravigliosa d Frank Capra ma poi recupera la sua originalità quando Jay decide di bussare alla porta di coloro che in passato ritiene di aver trattato in modo disonesto restituendo il guadagno indebito.

Chi è cattolico e non americano non potrà fare a meno di notare alcune particolarità: marito e moglie leggono in casa la Bibbia e traggono ispirazione da essa (un atteggiamento che comunque non farebbe male a nessuno); l’importanza dei pastori  che predicano  alla televisione e una conversione basata su molta preghiera ma senza il sostegno dei sacramenti. 

Colpisce in particolare la fiducia in una retribuzione divina immediata,a seguito di un conversione sincera, che si concretizza nel successo negli affari. Un successo comunque non causato da abilità tecnica ma dalla risposta generosa di chi è stato beneficiato dal comportamento onesto di Jay.

Il film è della casa di produzione Sherwood Pictures, (abbiamo già recensito Courageous), fondata dai fratelli Alex e  Stephen Kendrick , entrambi pastori alla chiesa battista di Sherwood in Albany, Georgia. 

Tutti i loro film  (Fireproof e Facing the Giants sono stati entrambi un grosso successo di botteghino)  hanno un solo scopo: raccontare storie di persone che commettono degli errori ma che poi riescono a trovare la giusta strada grazie alla fede in Cristo.

Flywheel è del 2003, ed è il primo della loro fortunata serie: si intravede una certa povertà di mezzi (la qualità delle immagini non è eccezionale), gli attori sono  volontari (tutti nella parte, tranne la figura della moglie di Jay) ma la sceneggiatura è impeccabile e la regia è buona. Il film è costato 20.000$, raccolti tramite donazioni  e ne ha guadagnati 37.000$.

Il film è disponibile in DVD in lingua inglese con sottotitoli in italiano.

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Titolo Originale: Flywheel
Paese: USA
Anno: 2003
Regia: Alex Kendrick
Sceneggiatura: Alex Kendrick, Stephen Kendrick
Produzione: Provident Films, Kendrick Brothers
Durata: 120
Interpreti: Lisa Arnold, Alex Kendrick, Tracy Goode

Per ogni approfondimento: http://www.familycinematv.it/

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Franco Olearo

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