Non c’era modo di rimanere nella stalla a fare filò con i “grandi”…Ero troppo piccolo per vegliare fino alle ore piccole con mamma, papà, cugini, zii, fratelli. Finché non mi decidevo ad obbedire alla mamma, mi tormentava il suo comando sempre più pressante: “Va’ a dormire!” –
“Va’ a dormire” – rincalzava la zia – “obbedisci alla mamma e non sbaglierai mai”. Quel “va’ a dormire”, accompagnato da un sorrisetto ironicamente benevolo, me lo sentivo rinfacciare anche quando in maniera inopportuna insistevo per avere ragione: “ma va’ a dormire!”
Alcune sere fa avevo smarrito le chiavi della macchina. Le cercavo in tutte le direzioni, tranne in quella che poi si è rivelata l’unica, ma la meno sospettata.
A causa della mia pervicacia a non voler andare a dormire prima di averle trovate, è intervenuto il mio superiore con un certo cipiglio: “Non vorrai perdere la nottata a cercare le chiavi. Le cercheremo insieme domani; ora va’ a dormire”. Rassegnato e sconfitto per non averle potute consegnare a chi me le chiedeva…ho obbedito, decidendomi ad andare a dormire. Mi sono ricordato della zia: “obbedisci alla mamma e non sbaglierai mai” che ormai traducevo: “obbedisci a Dio e canterai vittoria”.
Entro nella mia stanza; noto sul letto un semplice foglio di carta che distrattamente vi avevo appoggiato, lo sposto e… sono apparse le chiavi.
Andrea, se, per obbedire a Dio, “vai a dormire” … hai fatto il massimo.
Ciao da p. Andrea
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