Io sono la Luce del mondo

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo (Messa del giorno)

Gv 1,1-18

Lettura

«E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Con queste parole il prologo del Vangelo di Giovanni sintetizza il grande mistero dell’incarnazione del Signore, che oggi la Chiesa celebra nella solennità del Natale. L’evangelista Giovanni non racconta la nascita di Gesù in forma narrativa, come Matteo e Luca, ma, con uno straordinario inno, sposta la nostra attenzione dalla tenera scena della natività nella grotta di Betlemme, al mistero eterno del Verbo di Dio, e ci invita a contemplare non solo il grembo di Maria che stringe fra le braccia il piccolo bimbo divino, ma il seno del Padre, dove fin dall’eternità è stato generato l’unigenito Figlio di Dio.

Meditazione

Il prologo del Vangelo secondo Giovanni è un testo ricco di spunti per la nostra meditazione. Il termine più ricorrente in questi pochi versetti è il termine “luce”. La festa del Natale è da sempre stata collegata al simbolo della luce: non a caso, i primi cristiani hanno collocato il ricordo della nascita di Gesù in prossimità del solstizio d’inverno, proprio nei giorni in cui la tradizione romana celebrava il Dies Solis invicti, la festa del Sole che sconfigge le tenebre. In questi giorni, le nostre case, le nostre strade, gli alberi, i negozi, sono pieni di luci colorate, che dovrebbero ricordare a noi cristiani che, con l’incarnazione del Signore, viene «nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (v. 9). Giovanni, nel prologo, sembra volutamente ricalcare il racconto della creazione: «In principio», quando la terra era informe e tutto era avvolto dalle tenebre, Dio pronuncia la sua prima parola creatrice: «Sia la luce!» (Gen 1,3). In Gesù si compie una sorta di nuova creazione: egli stesso è il Verbo, la parola di Dio fatta carne, la vera Luce che splende nelle tenebre del mondo per dare vita e forma a tutto ciò che esiste. Se in una stanza buia si accende una luce, ogni cosa riacquista la sua forma e il suo colore. Così la Luce che oggi si accende nel buio della nostra storia, ridà la giusta forma e dimensione a tante realtà che spesso rimangono avvolte nell’ombra, e illumina tutta la nostra vita del suo significato più profondo. Parafrasando le parole del Prefazio di Natale, oggi ogni cosa assume una luce nuova, che appare agli occhi della nostra mente nel mistero del Verbo incarnato.

Preghiera

«Dio abbia pietà di noi e ci benedica e su di noi faccia splendere il suo volto, perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra» (Sal 66,2-4.7-8).

Agire

Contemplerò nel presepe il mistero del Verbo incarnato, soprattutto nei poveri e nella povertà in cui il Signore è venuto tra noi.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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