L'uso delle campanelle nel Tempo di Avvento

È corretto sostituirle con delle nacchere o sonagli di legno durante la consacrazione?

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Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi ad una domanda inviata da un nostro lettore in Zambia.

Vorrei sapere se in Avvento sia vietato suonare le campanelle durante la consacrazione, come invece avviene nel Tempo Ordinario. Ho notato infatti che in questo periodo liturgico le campanelle scompaiono. Vengono usati invece, come campanelle, dei piccoli blocchetti di legno a forma di cubi legati insieme. Si può fare questo? Se sì, perché non usare le campanelle, dal momento che i blocchetti di legno fanno lo stesso “rumore” delle normali campanelle? Cosa dice il diritto canonico a tal riguardo? Inoltre, non è consentito l’uso di strumenti musicali in questo stesso periodo liturgico. È questa la prassi della Chiesa universale? — E.C., Kabwe, Zambia

Per quanto riguarda l’uso dell’organo e altri strumenti musicali in Avvento, riprendo in parte una risposta formulata alcuni anni fa:

“Ci sono diversi documenti che riguardano questo tema. L’istruzione sulla musica liturgica, Musicam sacram, del 1967, affronta la questione dell’organo e altri strumenti nei nn. 62-67. Vale a dire:

“62. Gli strumenti musicali possono essere di grande utilità nelle sacre celebrazioni, sia che accompagnino il canto sia che si suonino soli. «Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiun­gere una notevole grandiosa solennità alle cerimonie della Chiesa e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti.

“Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino, a giudizio e con il consenso della competente autorità ecclesiastica territoriale, purché siano adatti all’uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del luogo sacro e favoriscano veramente l’edificazione dei fedeli».

“63. Nel permettere l’uso degli strumenti musicali e nella loro utilizzazione si deve tener conto dell’indole e delle tradizioni dei singoli popoli. Tuttavia gli strumenti che, secondo il giudizio e l’uso comune, sono propri della musica profana, siano tenuti completamente al di fuori di ogni azione liturgica e dai pii e sacri esercizi [44]. Tutti gli strumenti musicali, ammessi al culto divino, si usino in modo da rispondere alle esigenze dell’azione sacra e servire al decoro del culto divino e alla edificazione dei fedeli.

“64. L’uso di strumenti musicali per accompagnare il canto, può sostenere le voci, facilitare la partecipazione e rendere più profonda dell’assemblea. Tuttavia il loro suono non deve coprire le voci,rendendo difficile la comprensione del testo; anzi gli strumenti musicali tacciano quando il sacerdote celebrante o un ministro, nell’esercizio del loro ufficio, proferiscono ad alta voce un testo loro proprio.

“65. […] L’organo, o altro strumento legittimamente permesso […] soli, possono suonarsi all’inizio, prima che il sacerdote si rechi all’altare, all’offertorio, alla comunione e al termine della Messa. […]

“66. Il suono, da solo, di questi stessi strumenti musicali non è consentito in Avvento, in Quaresima, durante il Triduo sacro, nelle messe e negli uffici dei defunti.

“67. È indispensabile che gli organisti e gli altri musicisti, oltre a possedere un’adeguata perizia nell’usare il loro strumento, conoscano e penetrino intimamente lo spirito della sacra liturgia in modo che, anche dovendo improvvisare, assicurino il decoro della sacra celebrazione, secondo la vera natura delle sue varie parti, e favoriscano la partecipazione dei fedeli”.

Quindi, secondo questo documento, il suono da solo dell’organo è proibito in Avvento.

Tuttavia, anche se questi criteri restano ancora sostanzialmente validi, sembra esserci una piccola apertura al suono del solo organo nel tempo di Avvento nell’Ordinamento Generale del Messale Romano del 2001, che a sua volta riprende le norme riportate nel Cerimoniale dei Vescovi del 1984.

Il n. 313 dice: “In tempo d’Avvento l’organo e altri strumenti musicali siano usati con quella moderazione che conviene alla natura di questo tempo, evitando di anticipare la gioia piena della Natività del Signore.

“In tempo di Quaresima è permesso il suono dell’organo e di altri strumenti musicali soltanto per sostenere il canto. Fanno eccezione tuttavia la domenica Laetare (IV di Quaresima), le solennità e le feste”.

Questo significa che il divieto del suono da solo in Musicam Sacram viene limitato alla sola Quaresima mentre durante il periodo di Avvento ora sembra possibile farlo, anche se con moderazione e scegliendo musica appropriata per questo periodo.

È vero che né il Cerimoniale dei Vescovi né il n. 66 dell’OGMR derogano o aboliscono in modo esplicito la legge precedente. Tuttavia, dal momento che i documenti della Chiesa di norma citano esattamente i documenti precedenti, piccoli cambiamenti di enfasi sono spesso piuttosto significativi e possono riflettere un’evoluzione normativa, anche se le leggi precedenti non sono state esplicitamente abolite. Penso, quindi, che si tratta di un netto cambiamento di enfasi rispetto al documento precedente, poiché l’omissione di qualsiasi riferimento all’uso dell’organo solo per sostenere il canto durante l’Avvento senz’altro non è casuale.

La probabile spiegazione è che ormai l’Avvento ufficialmente non fa più parte delle stagioni penitenziali.

Secondo il n. 41 del Cerimoniale dei Vescovi, l’organo e gli strumenti musicali vanno usati con una moderazione che rispetta il carattere del tempo dell’attesa gioiosa, ma senza anticipare la piena gioia per la nascita del Signore.

In Avvento ci sono certamente elementi che ricordano il tempo penitenziale della Quaresima, ad esempio i paramenti viola, l’omissione della Gloria, ecc. Questi sono giustificati dall’enfasi dell’Avvento sulla preparazione spirituale alla venuta di Cristo, ricordando i misteri della storia della salvezza e con i frequenti riferimenti escatologici della liturgia alle “cose ultime”, vale a dire la morte, il giudizio, il paradiso e l’inferno.

Secondo il n. 39 dell’Introduzione al Calendario Romano: “II tempo di Avvento ha un doppio carattere: é infatti tempo di preparazione alle solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta tra gli uomini del Figlio di Dio, e insieme tempo in cui, per mezzo di questo ricordo, gli spiriti vengono rivolti all‘attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. Per questi due motivi il tempo di Avvento si presenta come tempo di devota e gioconda attesa”.

Il tempo d’Avvento si è sviluppato nel rito romano durante il VI secolo ed è sempre stato caratterizzato da questi due elementi, anche se qualche volta un elemento ha assunto maggior enfasi rispetto all’altro, fino a quando non ha raggiunto più o meno la sua forma attuale.

Sostituire in Avvento le campanelle con dei sonagli di legno o simili sembra essere un costume locale e non lo impone la legge liturgica. L’unica occasione in cui la legge universale contempla la possibilità di usare sonagli di legno durante l’elevazione sarebbe il Giovedì Santo. Infatti, dopo il Gloria nella Messa della Cena del Signore le campane non vengono più suonate fino al Gloria della veglia pasquale.

In alcuni luoghi l’uso di sonagli è stato esteso a tutto il periodo quaresimale e – come nel nostro caso – anche in Avvento. Non c’è alcun valido motivo liturgico per mantenere questa abitudine e le campanelle possono essere suonate nel periodo di Avvento. Tuttavia, se si tratta di una pratica di lunga data che ha raggiunto lo status di consuetudine legale, allora si può anche continuarla.

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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