Il riavvio delle relazioni diplomatiche tra USA e Cuba è il risultato di un lavoro “compiuto in molti anni” e “il ruolo del Papa Francesco è stato determinante”. Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, in una intervista alla Radio Vaticana.
Il Santo Padre, ha spiegato Parolin, ha avuto il merito di aver preso l’iniziativa di scrivere a Obama e a Castro, invitandoli a “superare le difficoltà esistenti fra i due Paesi e trovare un punto di accordo”.
L’avviato dialogo tra i due stati, le cui relazioni diplomatiche si ruppero nel 1961, è un prodotto della “cultura dell’incontro”, del “costruire ponti” e di un “dialogo” che “se è sincero ha sempre come finalità, come obiettivo, quello di fare incontrare le persone, anche nelle rispettive differenze e farle collaborare”, ha aggiunto il porporato.
Parolin si è detto convinto che il disgelo tra Washington e l’Avana “avrà sicuramente dei riflessi positivi anche in tutta l’area latinoamericana” e potrà rappresentare un “modello” in ambito diplomatico, che “forse potrà ispirare altri leader ad avere altrettanto coraggio e cercare la strada del dialogo e dell’incontro”.
Il Segretario di Stato ha anche espresso speranza per la Chiesa cubana, la quale potrà così “svolgere sempre meglio la sua funzione all’interno della società cubana per la costruzione di una realtà sempre più solidale”.
In conclusione, il cardinale ha giudicato la ripresa delel relazioni diplomatiche tra USA e Cuba “una buona notizia in mezzo a tante notizie del mondo di oggi che sono piuttosto di segno contrario”.
Questo evento, ha sottolineato, “ci dice che è possibile quello che i Papi in generale e il Papa Francesco in particolare hanno sempre detto e su cui hanno insistito: è possibile arrivare a capirsi; è possibile arrivare a comprendersi; è possibile arrivare a collaborare e a trovare anche delle strade di uscita dalle difficoltà che ci separano”. [L.M.]