Un tubo che vale

Il tubo è vuoto, ma quel vuoto è prezioso se riempito di servizio

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Ho appena salutato Stefano che rientrava dopo una lunga assenza. “Ascolta – mi ammonisce – non ti insuperbire per l’eco felice che i tuoi libretti suscitano in chi li legge; ottima ricompensa della faticaccia che fai a scriverli e così numerosi ”.

Subito l’ho rassicurato d’una grazia che mi accompagna. Per spiegarmi meglio gli racconto che di solito, per ridimensionare la presunzione di qualcuno, gli si dice “tu non vali un tubo”. Il tubo è un vuoto, un niente che vale solo per la disponibilità offerta al pieno; se non viene donato, è addirittura riempito dalla presunzione.

Un tubo tanto vale quanto è preziosa l’acqua che, grazie al suo vuoto, può e deve scorrere e passare da un luogo all’altro a dissetare, irrigare, lavare.

Il suo vuoto è nulla, ma quel nulla è prezioso se riempito di servizio. Posso allora esclamare: “mi glorierò del mio vuoto affinché mi percorra il Divino”.

E’ allora che mi sento prezioso se, conscio del mio nulla, mi tengo disponibile al passaggio di quell’acqua che “a beneficio di tutti sgorga abbondante dal seno di chi vive unito alla polla sorgiva della Parola”.

“Grazie, conclude Stefano, per questo bel paragone: lo puoi scrivere nei tuoi libretti? Però non mettere per titolo “tu non vali un tubo”, ma sei “un tubo che vale”.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui

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Andrea Panont

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