Un “messaggio di speranza”, significativamente pubblicato a poche settimane dall’inizio dell’Anno dedicato alla Vita Consacrata. In questi termini è stato presentato il Rapporto finale della visita apostolica effettuata nell’arco di quattro anni (2009-2012) in 341 Istituti religiosi femminili degli Stati Uniti.
Il Rapporto riconosce in primo luogo, il ruolo determinante giocato dalle religiose americane in particolare in settori come la sanità e l’educazione, soffermandosi poi sulle questioni dottrinali, formative e di preghiera, oltre che sul tema centrale del calo delle vocazioni.
In merito al punto della “comunione ecclesiale”, il Rapporto sollecita le religiose a rafforzare la loro collaborazione con i vescovi, anche con l’aggiornamento richiesto dal Papa nel documento Mutuae Relationes.
“Certo non possiamo ignorare che la Visita apostolica è stata vissuta con apprensione da alcune suore, come pure della decisione, da parte di alcuni Istituti, di non collaborare del tutto nello svolgimento di essa”, ha dichiarato il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, durante la presentazione del Rapporto, avvenuta stamattina in Sala Stampa Vaticana.
Pur ammettendo un sentimento di “amarezza” per tale scarsa apertura, il porporato ha rinnovato la “disponibilità” da parte della Santa Sede ed ha espresso l’auspicio che si instauri “un dialogo rispettoso e fruttuoso con gli Istituti che non sono stati pienamente condiscendenti con il corso della Visita”.
Tra gli aspetti positivi della vita religiosa femminile negli Stati Uniti, il cardinale Braz de Aviz ha sottolineato il “coraggio” delle religiose nella loro dedizione “alle necessità spirituali, morali, educative, fisiche e sociali di innumerevoli persone, specialmente povere ed emarginate”, oltre che all’“apostolato educativo” da loro portato avanti nelle scuole cattoliche e il contributo da loro offerto al “sistema sanitario cattolico” statunitense, gran parte del quale è stato creato proprio da suore o religiose.
“Il nostro tempo ha bisogno della testimonianza credibile e attraente di persone consacrate che mostrino la potenza del Vangelo che redime e trasforma. Convinti della sublime dignità e della bellezza della vita consacrata, preghiamo tutti per le religiose e sosteniamole, promovendo attivamente le vocazioni alla vita religiosa”, ha poi concluso il Prefetto..
Da parte sua, monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della medesima congregazione, ha auspicato che la “riflessione” sul contenuto del documento “promuova una sempre maggiore collaborazione tra gli istituti religiosi, con i pastori della Chiesa e i fedeli laici e con il nostro Dicastero, e aiuti ad approfondire lo spirito di comunione ecclesiale, conducendo così a un’effettiva rivitalizzazione della loro vita e missione e ad un nuovo interesse vocazionale per la vita religiosa”.
Intervenendo durante la conferenza stampa, suor Mary Clare Millea, direttrice della Visita Apostolica negli Stati Uniti, ha ringraziato la Santa Sede per aver “invitato tutti noi a continuare ad aprire un dialogo onesto l’uno con l’altro, con i nostri pastori e con voi. Quindi tutto quello che resta di incerto, tra di noi, possa essere trasformato in fiduciosa collaborazione ed efficace testimonianza”.
Suor Agnes Mary Donovan, leader della CMSWR, una delle due conferenze delle religiose americane, ha accolto la pubblicazione del Rapporto finale in coincidenza con l’inizio dell’Anno della vita consacrata, come un “momento di grazia”, poiché questo anno speciale “punta i riflettori sulla vita religiosa, non solo nel nostro Paese ma in tutto il globo, e non solo per i religiosi ma per tutta la Chiesa”.