Erano oltre 2500 i partecipanti alla marcia silenziosa per la Vita che si è svolta lo scorso 6 dicembre all’Aja, in Olanda. Lo conferma a ZENIT Michael van der Mast, responsabile delle Relazioni Internazionali di Schreeuw om Leven, cioè Cry for Life International (Grido per la Vita), nonché membro della prima ora del Comitato Esecutivo di Uno di Noi e socio fondatore della Federazione Europea.
La marcia ha commemorato l’adozione della legge olandese sull’interruzione volontaria della gravidanza, varata il 18 dicembre 1980, e si è svolta all’Aja, sede del Governo olandese e del Re Willem Alexander.
“Dopo il suono dello shofar [il corno ebraico utilizzato per annunciare lo Rosh haShana, inizio d’anno ebraico, e lo Yom Kippur, “Giorno dell’espiazione” e della riconciliazione ndr] per aprire le cerimonie, i fondatori di Schreeuw om Leven–Cry for Life, Bert e Willy Dorenbos, hanno dato il benvenuto ai marcianti e chiesto al Signore di guidare la 22° Marcia per la Vita, iniziata nel 1992”, racconta van der Mast.
L’evento si è aperto intorno alle 13 con la testimonianza di una donna, Nicole, rimasta incinta quando era ancora studentessa, in seguito a violenza. “Ho bevuto un’intera bottiglia di vino quella sera sperando che la gravidanza finisse”, ha raccontato. Parenti e amici le avevano suggerito l’aborto, come soluzione migliore per risolvere “il problema”.
“Chi avrebbe voluto un bambino concepito da una violenza? Con tutte le opzioni contro di me, ero disperata”, ha detto Nicole alla folla. “Facevo la doccia tre volte al giorno per quanto mi sentivo sporca”. Determinante fu per la giovane ascoltare il Salmo 23, grazie al quale decise di tenere il bambino. Oggi è sposata e madre di 3 figli e suo marito ama il primo figlio alla pari degli altri due.
Sono poi intervenuti alcuni politici olandesi confermando che sono stati stanziati diversi fondi per aiutare le ragazze che si trovano a dover affrontare una gravidanza inattesa.
Van der Mast ha infine introdotto gli ospiti internazionali tra cui Paul Genoux, vice-presidente dell’associazione francese Choisir la Vie, a sua volta tra gli organizzatori della Marcia per la vita parigina; Laurel Hughes del Leadership Institution di Washington DC; Daniel Becker, presidente di Personhood Alliance; Pat McEwen, direttore di Life Coalition International, e Maaike Rosendal del Canadian Centre of Bio-Ethical Reform.
Un grande manifesto della neonata federazione Uno di Noi ha accompagnato tutti i momenti della Marcia, che, silenziosa e pacata, accompagnata dalla polizia, ha attratto l’attenzione della gente. “Il silenzio dei marcianti – ha concluso van der Mast – imita il grido silenzioso ed inascoltato del bambino nel ventre materno, che grida di paura e di dolore per l’aborto”.