Portare i giovani a una fede matura nella ricerca della propria vocazione e ad un’amicizia personale con Gesù è il vero compito della pastorale giovanile che oggi in Europa è chiamata a ridare speranza ad una generazione disillusa che vive nell’unica certezza che tutto è provvisorio.
A Roma 130 rappresentanti della pastorale giovanile in Europa si sono confrontati sulla realtà dei giovani del continente, sulle loro angosce e speranze, i loro punti di forza e le loro difficoltà. Ne emerge un quadro complesso ma ricco di possibilità. La riscoperta della dimensione missionaria dei giovani, testimoniando la gioia del Vangelo, è essenziale per attuare quella Chiesa in uscita capace di intercettare le attese profonde di ogni giovane del continente.
A partire da una rilettura in chiave pastorale dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, numerosi esperti di pastorale giovanile si sono confrontati sulle sfide che il mondo attuale pone alla pastorale dei giovani del continente. Benché esistano grandi differenze tra i paesi europei, molti sono anche gli elementi in comune. Così lo scambio di esperienze realizzato nel corso dell’incontro è apparso essere un metodo da promuovere tra gli operatori pastorali che lavorano con i giovani.
Infatti, in un’Europa segnata da una crescente secolarizzazione e da una pluralità di modelli identitari e comunitari, i giovani hanno oggi soprattutto difficoltà a costruire la loro stessa identità personale e a compiere scelte a lungo termine. La cultura dominante del provvisorio, dell’immediato e dell’indifferenza pone serie sfide a un cammino teso a promuovere una ‘vita di fede’, un discernimento vocazionale e all’elaborazione di un progetto di vita. D’altra parte, l’Europa dei giovani di oggi è multiforme. Così, nelle tante iniziative messe in campo dalla pastorale giovanile del continente, la Chiesa propone una risposta chiara e unica fondata sulla relazione personale con Gesù Cristo.
Allo stesso tempo, la Chiesa è chiamata a favorire un nuovo protagonismo dei giovani in chiave missionaria. I giovani devono loro stessi essere i primi protagonisti dell’evangelizzazione dei loro coetanei, testimoniando loro la gioia del Vangelo. Oltre che maestra, la Chiesa deve diventare sempre più compagna di viaggio; deve accompagnare con rispetto, dedizione e pazienza il loro cammino irto di difficoltà con il coraggio di chi sa innovare. Infine, nell’azione pastorale va riconosciuta e valorizzata la famiglia e i luoghi intermedi che aiutano i giovani a essere protagonisti.
Questo IV Convegno Europeo di Pastorale Giovanile, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici in collaborazione con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), ha visto la partecipazione di oltre 130 delegati delle Conferenze episcopali d’Europa, tra cui vescovi, responsabili pastorali, giovani e rappresentanti di associazioni e movimenti ecclesiali che lavorano nella pastorale giovanile.
Le tre giornate di lavoro sono state sviluppate ognuna attorno ad un tema centrale e sono state scandite da relazioni, gruppi di lavoro, tavole rotonde e testimonianze che bene hanno mostrato la varietà, l’inventiva, il dinamismo e il coraggio delle esperienze messe in atto.
All’inizio dei lavori, aperti dal cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del PCL, e dal cardinale Angelo Bagnasco, Vice Presidente del CCEE, è stato dato lettura del messaggio di Papa Francesco.