Un Natale per ogni poeta

Il Mistero della nascita del Salvatore nei nuovi componenti poetici dei lettori di ZENIT

Share this Entry

Tra le feste del calendario liturgico, il Santo Natale è forse quella che, più d’ogni altra, racchiude in sé una gamma di sentimenti compositi che, a partire dall’infanzia, accompagnano le diverse stagioni della vita. Babbo Natale, il bambinello, la stella cometa, i Re Magi… rituali e tradizioni che, in sintonia con l’altissimo messaggio di natura religiosa, hanno fatto del Natale la festa più attesa dell’anno.

Anche in poesia il tema del Natale è ricorrente dai tempi antichi ai nostri giorni. In termini di linguaggio letterario ma anche nei termini di quella che, con espressione attuale, potremmo definire “poesia visiva” o “poesia musicale”: se San Francesco d’Assisi celebrava il Natale realizzando a Greccio il primo presepe, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori esprimeva un analogo sentire spirituale componendo il canto natalizio Tu scendi dalle stelle (versione in lingua italiana dell’originale napoletano Quanno nascette Ninno).

Ed è proprio con un brano di natura musicale che vogliamo aprire questa pagina di ZENIT dedicata alla poesia. Un bellissimo canto natalizio composto e interpretato da Etienne Tarneaud su testo di Jocelyne Tarneaud.

Etienne Tarneaud è un giovane cantautore di poco più di trent’anni, originario di Parigi ed “artista cristiano” per sua stessa definizione, che ha prodotto e interpretato il musical Jonas, ispirato alla Bibbia.

Il canto natalizio s’intitola Natale nelle nostre mani (originale francese Noël dans nos mains) e può essere ascoltato qui su YouTube.

Ed ecco il testo della canzone nella traduzione italiana:

NATALE NELLE NOSTRE MANI

Testo di Jocelyne Tarneaud

Musica di Etienne Tarneaud

Natale, è l’amore per noi che scende dal cielo
Sulla paglia fresca, dentro la mangiatoia, Gesù viene alla luce
Egli è l’Emmanuele dell’Eterno Padre,
La pace per sempre,
Ormai il passato è dietro a noi
Guidaci verso il domani
Strappa i nostri legami
Natale, io lo so, l’amore trasforma tutto,
Non è invano che Egli prepara per noi il miele e il vino,
Non è invano che Egli mette nelle nostre mani il miele e il vino
Ah, Natale nelle nostre mani x 2

*

In realtà non è casuale se abbiamo voluto aprire questa pagina dedicata al Natale citando la canzone francese Noël dans nos mains e l’antico canto Tu scendi dalle stelle (del quale Fra’ Alessandro Giacomo Brustenghi ci ha dato una recente e suggestiva versione).

Sono entrambi esempi di “poesia in musica”: ossia quel genere espressivo che affida il suo fascino alla particolare simbiosi tra il testo poetico e la “colonna sonora” musicale. Un modo di fare poesia che viene oggi definito con il popolare appellativo di “cantautorale”.

Ma di “modi particolari” di fare poesia ce ne sono molti: ce ne accorgiamo leggendo i componimenti che s’affollano sul tavolo della redazione.

Il tema del Natale, per esempio, viene affrontato con un pluralità di accenti che, pur accomunati da una medesima tensione etica e spirituale, propongono sensibilità molto diverse. Leggendo i componimenti, verrebbe quasi da pensare che non esiste un “tema” del Natale in poesia, ma piuttosto, come dire?, esiste “un Natale per ogni poeta”…

Ma dopo queste riflessioni, che ci piace condividere con i lettori per quel comune interscambio di emozioni e sentimenti che è nel DNA questa rubrica, passiamo ora alla pubblicazione delle poesie dedicate al Natale che avevamo in precedenza annunciato.

La prima poesia, È Natale di Maria Useli Ungredda, è una rappresentazione del Natale di stampo classico, dove i personaggi sono cristallizzati in una dimensione atemporale che rinvia alla simbologia del presepe e alla commozione che quelle immagini suscitano nel nostro cuore (“Corriamo tutti alla grotta ad adorare / il Bambino più bello che il cielo possa dare!”).

La seconda poesia, Natale di crisi scritta da Gioele Meriti, guarda all’attualità dei nostri giorni per dare al Natale un’interpretazione che, a ben vedere, risponde a una problematica di sempre: l’avvento del divino Salvatore come occasione di liberazione e riscatto attraverso cui l’uomo può superare le asperità della vita (“che ha aperto il suo velo / sul nostro dolore, / che ha vinto sul male. / Coraggio, è Natale!”).

La terza poesia, La notte dei miracoli di Fantino Mincone, si segnala, al di là del suo indubbio valore letterario, per un approccio pensato e riflessivo, nel quale l’esperienza del Natale viene vissuta, anziché nel suo valore gioioso di festa (quale pure si desume in altri testi del poeta, autore di una silloge sul tema del Natale), come occasione d’incontro con il mistero.

Con efficaci pennellate liriche, l’autore ci guida nell’intimo di arcane riflessioni che prefigurano, oltre il tempo e oltre lo spazio, una possibilità di contatto con la sfera sublime della trascendenza (“Nel gioco della rifrazione / mosaici screziati / da linee d’ombre evolvono / oltre la nostra fragilità / in segmenti di luce / inafferrabile come la verità”).

***

È NATALE

di Maria Useli Ungredda

Una capanna,
una mangiatoia,
un po’ di fieno.
Qui è sceso dalle stelle il Bambinello.
Nella grotta c’è buio e molto freddo.
Fuori c’è il gelo e fischia minaccioso il vento.
La mamma tutta lieta
stringe il Bimbo al suo seno
e gli canta ninnananna
e Giuseppe, suo padre,
soffia forte la fiamma
per dar calore e scintille
d’amore alla capanna.
Il Bambinello piange,
forse ha freddo, forse ha fame.
Ma fuori sopra il tetto
s’è fermata una stella
che illumina il paesaggio
e richiama i pastori a venire e fare omaggio.
Quel piccolo Bambino, creder non si potrebbe,
è il Figlio unico del gran Dio l’Onnipotente
lo stesso che creò il sole e le altre stelle.
La sua tenera carne, gestata da Maria,
rivela il gran segreto
da secoli implorato:
che Dio misericordioso
nel suo Figlio ci ha salvato
e col suo sorriso d’angelo
ha perdonato il nostro peccato.
È Natale fratelli!
Corriamo tutti alla grotta ad adorare
il Bambino più bello che il cielo possa dare!

Maria Useli Ungredda ha studiato teologia in Italia per poi emigrare in America. Vedova, madre di sei figli, è stata assistente sociale e giornalista. Da oltre 34 anni evangelizza la famiglia attraverso la radio. Scrive poesie per lo più in spagnolo e continua la sua attività radiofonica presso un’emittente di Miami.

*

NATALE DI CRISI

di Gioele Meriti

Non cade la neve
è vuota la pieve
non girano doni
non siamo più buoni
gli addobbi son lisi
è proprio la crisi.
C’è solo un abete
a fare memoria
di antiche comete,
di canti di gloria,
di un bimbo divino
disceso dal cielo,
di un cielo vicino
che ha aperto il suo velo
sul nostro dolore,
che ha vinto sul male.
Coraggio, è Natale!

Gioele Meriti (nome d’arte tratto dall’anagramma del vero nome) è nato a Milano, ha conseguito la licenza in teologia presso il Seraphicum ed è giornalista professionista. Ha lavorato in primari organi informativi del mondo cattolico ed ha prestato la sua competenza di esperto per la costituzione del Centro Televisivo Vaticano.

*

LA NOTTE DEI MIRACOLI

di Fantino Mincone

Nella sinuosità di un tramonto
sospesa fra due mondi
sfuggente figura appare
tra scaglie di bagliori violetti.
Nel gioco della rifrazione
mosaici screziati
da linee d’ombre evolvono
oltre la nostra fragilità
in segmenti di lu
ce
inafferrabile come la verità.
Pennellate di pensieri
su cieli mai sazi di sogni
nell’arcano svelato
in prodigiosa notte sul mondo:
la notte dei miracoli!
Finalmente la trascendenza
sconvolge l’interminabile attesa
oltre la gravezza della materia.
Anche le nuvole in alto
corrono a favore di vento
e l’Alito celeste
spazzando dubbi e tormenti
fa rifiorire la terra
dove il sole mai tramonta.
Vince il sublime sull’enigma
e il fulgore viene a colmare
il baratro e il vuoto.
L’Onnipotente che ora trema
nella capanna sotto le stelle,
scavalca il tempo e lo spazio
nel mistero dell’Emmanuele.

Fantino Mincone è nato e risiede a Torrevecchia Teatina, in provincia di Chieti. Sposato da 35 anni, ha tre figlie e due nipoti. Ha frequentato studi classici e il primo anno di teologia al Seraphicum di Roma. Ha pubblicato un romanzo autobiografico. Come poeta ha avuto diversi riconoscimenti e le sue opere sono presenti in varie antologie.

***

I poeti interessati a pubblicare le loro opere nella rubrica di poesia di ZENIT, possono inviare i testi all’indirizzo email: poesia@zenit.org

I testi dovranno essere accompagnati dai dati personali dell’autore (nome, cognome, data di nascita, città di residenza) e da una breve nota biografica.

Le opere da pubblicare saranno scelte a cura della Redazione, privilegiando la qualità espressiva e la coerenza con la linea editoriale della testata.

Inviando le loro opere alla Redazione di ZENIT, gli autori acconsentono implicitamente alla pubblicazione sulla testata senza nulla a pretendere a titolo di diritto d’autore.

Qualora i componimenti poetici fossero troppo lunghi per l’integrale pubblicazione, ZENIT si riserva di pubblicarne un estratto.

Share this Entry

Massimo Nardi

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione