Dove prospera la famiglia cresce la società e quindi anche l’economia, perciò non lasciamo sole le famiglie ma aiutiamole. È questo il messaggio che i partecipanti hanno voluto dare alle istituzioni nella giornata conclusiva del Festival della famiglia, che si è svolto in questi giorni a Riva del Garda.
La manifestazione, che è stata promossa dall’Agenzia per la famiglia della Provincia autonoma di Trento con il Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha avuto come filo conduttore il tema L’ecosistema vita e lavoro. Occupazione femminile e natalità, benessere sociale e crescita economica.
“Il Festival – ha spiegato Luciano Malfer dirigente dell’Agenzia per la famiglia – è voluto essere un momento di incontro delle famiglie, delle situazioni e delle organizzazioni. Rispetto ai temi proposti, abbiamo cercato di offrire modelli, politiche e azioni concrete messe in campo. Vuole essere un’opportunità di analisi, di approfondimento, di valutazione anche delle politiche fatte. Quest’anno, abbiamo approfondito il tema della conciliazione vita e lavoro, abbiamo parlato di ecosistema, laddove per fare dell’Italia, delle Regioni, dei sistemi dobbiamo un po’ ripensare il modo di pensare le politiche. Non possiamo più pensare a una logica pubblico-privato, ma a una logica pubblico-privato-famiglia-territorio per avere un sistema di opportunità”.
Uno dei punti centrali di questa manifestazione è stato il Protocollo firmato tra la Provincia autonoma di Trento e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con delega alle politiche familiari, per attivare il percorso di certificazione Family Audit a livello nazionale. Questo secondo Protocollo, infatti, ribadisce l’interesse delle due istituzioni verso lo standard Family Audit sia per potenziare il processo di diffusione a livello nazionale dei sistemi di certificazione aziendale e familiare, in conformità con quanto stabilito dal Piano nazionale per la famiglia, sia per promuovere il benessere familiare attraverso la realizzazione concreta e partecipata delle misure di conciliazione famiglia e lavoro all’interno delle organizzazioni pubbliche e private. E il Trentino si dimostra così ancora una volta sempre più “family friendly”.
“Ci sono – ha ribadito Ugo Rossi presidente della Provincia Autonoma di Trento – esperienze interessanti nel nostro Paese anche a diverse latitudini: non è sempre vero che sia il Nord a portare avanti esperienze positive. Però noi godiamo di una particolarità: l’autonomia, e quindi abbiamo la possibilità di poter legiferare e di prendere delle decisioni. Il nostro Paese dovrebbe riflettere sul fatto che si sta invece incamminando verso un ritrovato centralismo che, secondo me, invece non fa bene a questo tipo di decisioni”.
E tante le storie raccontate durante il Festival, nelle quali emerge una grande solidarietà tra famiglie, ma anche la solitudine di donne, che una volta diventate mamme si sono viste costrette a lasciare il proprio lavoro per una mancanza di aiuti con i loro piccoli. E proprio per evitare queste scelte, a volte molto pesanti nel piano economico famigliare, nel 2012 a Milano è nato “Piano C”. Una start up scaturita dall’ idea di sei giovani che avevano vissuto sulla loro pelle questo problema.
“Piano C” – racconta Riccarda Zezza tra i fondatori – è perché “Piano A” vuol dire avere un solo lavoro e “Piano B” dedicarsi solo alla famiglia: ad un certo punto della nostra vita, per noi che lo abbiamo fondato, abbiamo pensato che non fosse più necessario scegliere, ma che si potesse avere un “Piano C” che mettesse insieme tutto”.
E tanti sono i servizi offerti sia alle mamme che ai bambini, ma non solo:
“Abbiamo tre cose diverse – continua Riccarda – servizi innovativi, quindi uno spazio lavoro con area bambini, che noi chiamiamo co-baby, servizi salvatempo e community; poi offriamo dei percorsi per far emergere con più forza la professionalità femminile; e, infine, offriamo questo progetto che si chiama Maternity as a master, che trasforma le competenze della maternità e della paternità in competenze di leadership sia nelle aziende che con un libro”.
E questo servizio per ora attivo solo su Milano piano piano sta prendendo piede anche in altre città, con grande gioia per tanti genitori.
“Sono felici – conclude – sono persone che non hanno più bisogno di scegliere; mamme che hanno continuato ad allattare e hanno ricominciato a lavorare; padri che hanno la possibilità di stare di più con i propri figli. Quindi ci dicono che era ora e che effettivamente questo è quello che serve”.
Ma fondamentale diventa anche la collaborazione tra famiglie ed istituzioni politiche e sociali. Come per i 10 “distretti famiglia”, nati in Trentino dal 2010, dove l’economia del territorio è strettamente legata anche al benessere familiare.
“I ‘distretti famiglia’ – racconta Paola Piccioni, referente tecnica del distretto famiglia dell’Alto Garda – sono un concetto mutuato dal distretto economico. Si tratta sostanzialmente di raggruppamenti di enti di vario tipo, dal privato al sociale, all’ente pubblico, con mission diverse del profitto, del valore, che si mettono assieme e lavorano per il bene comune del territorio. Quindi un territorio improntato al benessere familiare, che sviluppa sinergie favorevoli e soprattutto relazioni favorevoli, che costituiscono poi il capitale sociale e l’investimento culturale per il benessere di quel territorio”.