Il messaggio dell’odierna festa dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si può riassumere in queste parole: “tutto è grazia, tutto è dono gratuito di Dio e del suo amore per noi”. Così ha esordito papa Francesco, affacciandosi stamattina dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico Vaticano, in occasione dell’Angelus.
In Maria, ha ricordato il Papa, “non c’è spazio per il peccato, perché Dio l’ha prescelta da sempre quale madre di Gesù e l’ha preservata dalla colpa originale”.
Così come Maria “corrisponde alla grazia”, permettendo che il Verbo si faccia carne nel suo grembo, anche a noi “è chiesto di ascoltare Dio che ci parla e di accogliere la sua volontà; secondo la logica evangelica niente è più operoso e fecondo che ascoltare e accogliere la Parola del Signore!”, ha detto il Pontefice.
L’atteggiamento di Maria ci ricorda che “l’essere viene prima del fare, e che occorre lasciar fare a Dio per essere veramente come Lui ci vuole”, ha sottolineato il Santo Padre.
Inoltre, ha aggiunto, Maria “è ricettiva ma non passiva. Come, a livello fisico, riceve la potenza dello Spirito Santo ma poi dona carne e sangue al Figlio di Dio che si forma in Lei, così, sul piano spirituale, accoglie la grazia e corrisponde ad essa con la fede”.
Il “mistero dell’accoglienza della grazia, che in Maria, per un privilegio unico, era senza l’ostacolo del peccato, è una possibilità per tutti”. Così come la Vergine è stata salutata da santa Elisabetta quale «benedetta fra le donne» (Lc 1,42), così anche noi siamo stati da sempre “benedetti”, cioè amati, e perciò «scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati» (Ef 1,4)”.
Mentre Maria è stata “pre-servata”, noi siamo stati “salvati grazie al Battesimo e alla fede – ha spiegato il Papa -. Tutti però, sia lei che noi, per mezzo di Cristo, «a lode dello splendore della sua grazia» (v. 6), quella grazia di cui l’Immacolata è stata ricolmata in pienezza”.
Di fronte all’“amore”, alla “misericordia”, alla “grazia divina riversata nei nostri cuori”, la conseguenza che s’impone è una sola: la “gratuità”. Infatti, “nessuno di noi può comprare la salvezza” in quanto essa è un “dono gratuito di Dio per noi”.
“Come abbiamo ricevuto gratuitamente, così gratuitamente siamo chiamati a dare (cfr Mt 10,8); ad imitazione di Maria, che, subito dopo aver accolto l’annuncio dell’Angelo, va a condividere il dono della fecondità con la parente Elisabetta”.
Tutto ciò che ci è stato donato “dev’essere ridonato” a sua volta, consentendo allo Spirito Santo di fare di noi “un dono per gli altri”, e ci trasformi in “strumenti di accoglienza, di riconciliazione e di perdono”, ha affermato Francesco.
Se la nostra esistenza si lascia trasformare dalla grazia del Signore, “non potremo trattenere per noi la luce che viene dal suo volto, ma la lasceremo passare perché illumini gli altri”, ha aggiunto.
Prima della recita dell’Angelus, il Santo Padre ha esortato i fedeli a imparare da Maria, “che ha tenuto costantemente lo sguardo fisso sul Figlio e il suo volto è diventato”, come scrive Dante nel Paradiso, «la faccia che a Cristo più si somiglia».
Al momento di congedare i pellegrini, il Pontefice ha ricordato i suoi impegni odierni di un “pomeriggio tutto dedicato a Maria”: dapprima un momento di preghiera a Santa Maria Maggiore, davanti all’icona della Salus Populis Romanis, poi il tradizionale atto di omaggio e di preghiera ai piedi del monumento all’Immacolata, a piazza di Spagna.
“Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo pellegrinaggio, che esprime la devozione filiale alla nostra Madre celeste”, ha detto il Papa, ribadendo in conclusione che “la salvezza è gratuita” ed è “un dono che abbiamo ricevuto e dobbiamo ridonare agli altri”.