Da cento anni operaio nella vigna del Signore

Nicola Cavallaro un parlamentare democristiano della prima ora

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Nicola Cavallaro, giovane impegnato nell’Azione Cattolica, ha aderito al gruppo di spiritualità della Società Operaia del Getsemani, fondata da Luigi Gedda, per i giovani più impegnati e volenterosi nel servizio ecclesiale e sociale. Eletto per diversi mandati come presidente delle Acli, parlamentare per due legislature, oltre che assessore comunale di Catania e consigliere della Democrazia Cristiana, ha compiuto cento anni.

Con vivace lucidità ha accolto sorridente ed emozionato i numerosi amici che hanno voluto essergli vicini nel giorno del fausto genetliaco, reso solenne dalla presenza dell’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, il quale ha celebrato la Messa di ringraziamento per il dono dei cento anni vissuti nella fedeltà al “fiat getsemanico” da “Operaio della vigna del Signore”.

Ha vissuto le due guerre mondiali, il ventennio fascista, la guerra fredda, l’inizio e la fine del comunismo, la rinascita italiana nel dopo-guerra, la prima Repubblica, nella quale per due legislature ha svolto il compito di deputato parlamentare, le vicende del comune di Catania, essendo stato per diversi mandati: consigliere e assessore della Democrazia Cristiana.

Come ha scritto il giornalista Toni Zermo, in un articolo de “La Sicilia” dal titolo “Nicola Cavallaro. Uomo-gentiluomo, 100 anni di politica”: ”Trovare un politico siciliano che dedica la sua vita al bene comune è già difficile, che poi creda anche alla necessità di realizzare il Ponte sullo Stretto ce lo rende ancora più caro.

La sua esperienza politica si inserisce nel filone dell’associazionismo cattolico che, superata la fase dell’Assemblea Costituente del 1946, grazie all’azione di Luigi Gedda, fondatore dei Comitati Civici, promosse e organizzò la campagna elettorale del 1948. I risultati elettorali assegnarono alla Democrazia Cristiana la maggioranza relativa dei voti e quella assoluta dei seggi, che determinò l’elezione alla Presidenza del Consiglio di Alcide de Gasperi.

Nel corso del mandato parlamentare, l’on, Cavallaro, ha avuto la fortuna di lavorare con persone di grande levatura umana e politica: Alcide De Gasperi, Aldo Moro, Giorgio La Pira, Amintore Fanfani, Giulio Andreotti, mettendo a frutto le competenze della sua laurea in Economia e Commercio, e l’esperienza lavorativa nel ruolo di direttore presso l’Ufficio del Registro, di consigliere e assessore al comune di Catania, ha presentato numerosi disegni di legge e interventi, occupandosi di problemi economici e finanziari e d’interventi necessari a migliorare lo stato sociale.

Indicativo è il discorso pronunziato alla Camera il primo  aprile 1966, sul ponte di Messina: “Il Ponte sullo Stretto è ormai una necessità indilazionabile. L’Italia non si ferma a Reggio Calabria, con l'”autostrada del sole” in via di completamento, ma continua sullo stretto per toccare Capo Passero e Capo Lilibeo. Questo meraviglioso molo che è la penisola italica è stato e sarà sempre porto di tutte le civiltà”. Sono passati ben 48 anni e siamo ancora al punto di partenza, commenta Tony Zermo.

Ricordando l’avventura politica, l’onorevole “centenario” dichiara: Gli anni trascorsi nell’associazionismo mi permisero di mettere in pratica la vocazione sociale dei cattolici che concepiva la politica come servizio al bene comune e sostegno soprattutto alle fasce più deboli della società. Successivamente le cose cambiarono, cambiò il modo di fare le campagne elettorali, di gestire il consenso elettorale, si formò una nuova classe politica che utilizzò i partiti come strumento per la realizzazione della propria carriera personale, secondo una nuova concezione della politica, che veniva intesa non più come un’attività secondaria da aggiungere ai propri impegni personali e come servizio, ma come un’attività principale ed in alcuni casi addirittura esclusiva.

Oggi si constata che i partiti che storicamente svolgevano la funzione di formare la nuova classe dirigente sono stati sostituiti da sigle che ruotano intorno alla figura di un leader carismatico. Si assiste così alla difficoltà di creare coalizioni di governo compatte e capaci di portare a compimento il programma previsto. Manca in alcuni casi il senso dello Stato, delle istituzioni e il rispetto delle regole e dei ruoli. Ciò nonostante Nicola Cavallaro non perde la speranza e auspica una ripresa, perché “L’Italia è stata storicamente capace di superare situazioni ben più gravi e difficili di quelle attuali”.

Rispondendo alla domanda “Come si vive a 100 anni?” il bravo nonnino, orgoglioso dei sei nipoti che lo circondano, risponde: “Dedico molto tempo alla lettura. Ho una libreria molto ricca di volumi di storia e di spiritualità che ho raccolto nel corso degli anni”.

“La mia vita è stata molto ricca e per questo non smetterò mai di ringraziare il Signore. Ho avuto la fortuna di incontrare e frequentare personaggi di grande rilievo sia sul piano politico sia sul piano umano. Ho avuto l’occasione di conoscere personalmente le grandi figure di Pontefici “santi”: Pio XII a Giovanni XXIII, da Paolo VI a Giovanni Paolo II. Mi sono arricchito spiritualmente con la frequentazione di grandi maestri. Ho avuto modo di conoscere come presidente dell’Azione Cattolica tanti giovani con i quali ho condiviso un impegno sul piano apostolico”.

Nella Messa di ringraziamento con la partecipazione dei fratelli della Società Operaia, dell’Azione Cattolica e delle Acli, il caro Nicola ha condiviso la gioia del dono di questi lunghi anni, un’esperienza di vita che, quanti l’hanno conosciuto, ritengono un privilegio, un dono e un modello da seguire,  avendo. Egli “combattuto la buona battaglia e conservato la fede” ed ora, da “operaio” della prima ora, attende, senza pretese, il compenso pattuito.

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Giuseppe Adernò

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